GAME OF LOVE – CLAIRE CONTRERAS, RECENSIONE

I protagonisti di Game of love sono Camila e Warren, lei ragazza timida, silenziosa, non parla mai a vanvera; lui esattamente il contrario sfacciato, abituato ad avere tutto quello che vuole. Lei lavora per una no profit che aiuta i bambini che stanno per strada, lui è il calciatore più famoso di Manchester. Come si incontrano?  Semplice, lui è un azionista della ditta che vuole distruggere il palazzo in cui abita Camila. Il primo incontro è abbastanza turbolento. Lei si presenta alla riunione organizzata dall’impresa, e anche se timida, trova la voce per farsi sentire e dire la sua sulla situazione.

“Le gambe scolpite, quei dolci seni e il girovita minuto avevano attirato la mia attenzione, ma fu l’espressione imbronciata del viso che mi inchiodò. Sembrava pronta a salire sul ring e mandare qualcuno al tappeto, e quando diresse quello sguardo gelido verso la telecamera, guardandomi praticamente dritto negli occhi, mi mancò il respiro.”

 L’attrazione tra i due è tangibile, anche se lei fa di tutto per resistergli. Lui vuole portarsela a letto, ma non è solo questo che lo spinge ad essere così insistente. Abituato ad averle subito senza faticare nemmeno un po’ questa è per lui una sfida che non può perdere. Ma ben presto capisce che quello che credeva fosse solo semplice attrazione fisica, diventa qualcosa di molto di più.

“Fu quello il momento in cui mi resi conto che ero nei guai. Non accadeva tutti i giorni che il mio cervello andasse in tilt per un dannatissimo sorriso”.

Passa una settimana prima che Camila gli conceda un appuntamento ma solo se segue le sue regole.  Lei lo porta ad una partita di baseball. Non essendo molto ricca gli unici posti che può permettersi sono quelli nell’ultimo anello dello stadio, e questo fa capire a Warren quanto sia importante il pubblico durante la partita. A fine serata la riporta a casa e la bacia. È durante il terzo appuntamento che iniziano le confessioni, lei parla del padre che è finito in carcere a causa di Javier Belmonte e spiega perché detesta l’uomo; lui parla del rapporto contrastante con il padre, che lo ha tagliato fuori dalla sua vita quando ha deciso di fare il calciatore.

“Perché in una famiglia funziona così, no? Sopportiamo cose che non accetteremmo mai da un estraneo. Anche dopo essere stati trascinati nel fango e calpestati, in qualche modo troviamo la forza di perdonarci.”

Warren non è tornato a New York per rimanerci e ben presto arriva il giorno in cui deve tornare in Inghilterra, ma invita Camila ad andare da lui e lei accetta. È lì che dopo l’incontro con l’ex fidanzata di lui che scopre la sua vera identità. Camila è molto ferita da questa bugia e all’inizio non riesce a perdonarlo, ma piano piano lui riconquistala sua fiducia.

“Per il momento stiamo solo inseguendo momenti di vita insieme. Dopotutto, non è forse questo il senso della vita?”

Game of love è raccontato da entrambi i punti di vista, cosa che adoro, così si capisce meglio il punto di vista dei protagonisti in una determinata situazione. All’inizio avrei voluto prendere a schiaffi il bel faccino di Warren, il suo essere così sfrontato mi innervosiva ed ho dato mentalmente il cinque a Camila quando lo ha completamente ignorato, trattandolo come un qualsiasi ragazzo e non come il calciatore strapagato che è. 

Ho apprezzato immensamente il cambiamento di entrambi. Lui è diventato più sensibile e la tratta come la cosa più importante della sua vita. Lei tira fuori gli artigli ed anche questo è un cambiamento molto apprezzato. Ho trovato molto dolce ogni tentativo di Warren di farsi perdonare ed ho molto apprezzato il fatto che non si sia arreso. Game of love è scritto bene, le pagine scorrono senza troppi intoppi, è tutto bene descritto, ma quello che ho apprezzato di più sono le emozioni, sono arrivate dritte al cuore.