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Titolo : Non perdiamoci di vista
Autore : Federica Bosco
Casa Editrice : Garzanti

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Recensione

Non perdiamoci di vista - Federica Bosco

Amo questa scrittrice quindi forse la mia recensione sarà di parte, ma i suo modo di scrivere e le sue storie mi rispecchio sempre.
Non perdiamo di vista però parla a persone che sono cresciuti negli anni 80 un po’ come me, quindi per alcuni troppo giovani sarà difficile comprendere alcune cose.

In questo libro vuole dare rilievo a come le cose siano cambiate, a come noi stessi siamo cambiati e a
come cerchiamo di adattarci a questa vita che è in continuo mutamento. Stare al passo con le generazioni non è affatto facile, soprattutto se cresci in un certo modo. Oggi tutti
siamo tecnologici e abbiamo tutto a portata di mano mentre in tempi passati bisognava lottare per qualsiasi cosa.

Evidenzia come i giovani di oggi abbiamo difficoltà a credere nell’amore e a sognare qualcosa di migliore. Le generazioni di oggi comunicano con il telefono e i social media,
non esiste altro mondo per loro e questo per genitori che che sono cresciuti diversamente è un colpo duro da accettare e molto spesso non riusciamo a comprendere e cerchiamo in
tutti i modi di immedesimarci per capire meglio.

Non perdiamo di vista parla di Betta, una donna di 46 anni con due figli e una separazione alle spalle. Parla di speranze e di come non sia troppo tardi per i suoi sabato del villaggio.

Fa parte di una compagnia numerosa, cresciuti tutti insieme e ognuno ha preso una strada diversa ma cercano in tutti i modi di ritrovarsi anche se sono diventati grandi.

Non tutti hanno ottenuto quello che volevano, matrimonio, divorzi, figli, lavoro, ognuno ha un pezzo mancante nella propria vita. Le delusioni e i rimpianti sono all’ordine del giorno.

Avevamo fatto tutto quello che i genitori e la società si erano aspettati da noi, seguito i precetti che ci avevano inculcato dalla nascita, il senso dell’onore e della famiglia, del sacrificio e la moralità.

Eravamo andati a messa fino alla cresima e più o meno seguito i dieci comandamenti, non eravamo usciti troppo dal seminato, eppure qualcosa era andato storto.

Nessuno di noi poteva dirsi felice e realizzato.”

Betta è una donna forte e ci porta in un mondo di confronto, tra i figli di oggi e nel suo esser stata figlia, racconta di quanto sia stato bello e semplice esser giovani negli anni 80, quando abbiamo vissuto serena e genuina.

Soprattutto l’amore è stato il sentimento più puro che abbia mai provato, quell’amore da favola, un emozione forte dove tutto era da scoprire al contrario di oggi che tutti sanno già tutto e non cercano di provare sentimenti profondi, tutto è molto superficiale.

Non perdiamo di vista è un bel tutto nel passato se si capisce di cosa parliamo, se si ha vissuto così con spensieratezza senza intralci. È ancora possibile sperare nell’amore,
quello vero?

Quello che ti toglie l’appetito e ti fa ascoltare la stessa canzone, quell’amore che ti fa formicolare la pelle e fa volare le farfalle nello stomaco?

Forse si, ma intanto sono cambiati, sono dovuti crescere in qualche modo, accettando le brutture della vita tanto
quanto i successi e semplicemente l’amore ha assunto un altro significato.

Ma in fin dei conti non eravamo cambiati; continuavamo ad aspettarci qualcosa dalla vita, qualcosa di spettacolare e unico che prima o poi sarebbe arrivato,

esattamente come quando ci preparavamo per uscire il sabato sera immaginando una serata speciale e indimenticabile e invece tornavamo a casa morti di freddo dopo una fila interminabile fuori da un qualunque locale di
Mantova che avesse un tavolo abbastanza grande per tutti, stanchi, abbrutiti e con lo stomaco rivoltato da un Long Island Iced Tea di pessima qualità, sperando nel sabato successivo.

Non perdiamoci di vista è un bellissimo diario, che mette a confronto due generazioni totalmente differenti che fanno fatica ad incontrarsi, due generazioni che cercano di comunicare ed inserirsi l’una all’interno dell’altra, cercando di resistere incolumi al tempo.

Mi sono tuffata in un mondo che credevo di aver dimenticato, ma riviverlo leggendo questa storia mi ha fatto stare bene e mi ha dato un po’ di speranza, non sono l’unica ad avere certi pensieri.. Lasciatevi cullare in questa storia vera e genuina.

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Trama,

Non perdiamoci di vista - Federica Bosco

È l’ennesimo 31 dicembre che Benedetta trascorre insieme agli amici storici della compagnia di via Gonzaga, gli stessi che negli anni ottanta passavano i pomeriggi seduti
sui motorini a fumare e scambiarsi pettegolezzi, e che adesso sono quarantenni alle prese con divorzi, figli ingestibili e Sindrome di Peter Pan.

Ma quello che li accomuna ancora a distanza di trent’anni è la stessa aspettativa di un sabato sera diverso da quello precedente, quello in cui succederà qualcosa di speciale.

Quell’attesa tipica della gioventù che non li ha mai abbandonati, e che adesso si traduce in un messaggio sul telefonino che tarda ad arrivare.

Un messaggio che potrebbe significare riprendere il filo di un amore che non si è mai spezzato nonostante il tempo, che forse era quello giusto e che ora ritorna a far battere il cuore, a colpi di SMS, playlist e selfie, al posto di lettere struggenti, cassette e foto sbiadite.

Una nostalgia del tempo passato così difficile da lasciare andare perché significherebbe rassegnarsi a un mondo complicato, senza punti di riferimento, che niente
ha a che vedere con quello scandito dai tramonti e dalle canzoni suonate alla chitarra intorno a un falò.

Fino a quando arriva il sabato diverso dagli altri. L’inatteso accade. La vita sorprende. Eppure non sempre nel modo in cui si credeva.

Non perdiamoci di vista - Federica Bosco
Buona lettura, Chiara.

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