ENGLISHMAN – Veronica Deanike, RECENSIONE

Salve readers, con questo libro oggi concludo la Stolen Secret della bravissima Veronica Deanike. 

Englishman è il secondo volume di questa serie che io ho letto partendo dal terzo, ma essendo autoconclusivi, non è stato un problema. Ogni libro condivide ambientazioni e personaggi, ma ogni storia racconta le vicende di una sola coppia. 

Mi ripeterò, ma grazie a questa serie ho conosciuto una scrittrice che di certo continuerò a seguire e che ho avuto modo di apprezzare. 

Come nelle storie precedenti anche qui la scrittura della Deanike è potente, non ti permette di distrarti ti lega alle vicende in modo da non lasciarti andare finché il libro non è finito. 

In questo in particolare credo di aver apprezzato soprattutto i monologhi interiori dei protagonisti che ti fanno capire profondamente i loro tormenti interiori, le loro emozioni, la loro rabbia, il senso d’impotenza, la passione, il desiderio, il dolore.

“Un volto serio, dominato da grandi occhi incupiti dall’espressione corrucciata, uscì dall’ombra e si espose alla brutale luce della lampada che lo sovrastava. Jennifer trattenne il fiato.

Era bellissimo.  

Era orrendo.   

I lineamenti virili, di una bellezza classica, deturpati da uno sfregio che tagliava il suo profilo dalla tempia alla bocca. 

Le labbra carnose piegate in un sorriso che era come una nota stonata: il ghigno malefico frutto della sua cicatrice.  

Alexander abbandonò il foglio sul tavolo, raddrizzò la postura e si sottomise all’esame sconcertante di quella ragazzina impertinente.”

Englishman è la storia di Alexander FiztMaurice III, ricco lord inglese, uomo dal nobile retaggio e dalla rigida educazione imposta al suo rango. 

Un uomo che la vita ha sfregiato nel corpo e nell’anima, ma neanche quello sfregio sul viso è riuscito a intaccare la sua sfacciata bellezza, la sua autostima invece ne è uscita ammaccata.

Jennifer è una giovane laureata in psicologia dell’età evolutiva, che lavora in un centro che si occupa di disturbi pervasivi dello sviluppo, bellissima e incapace di tenere a freno la lingua. 

Del suo passato vuole ricordare solo l’amore con cui sua sorella Isabelle l’ha cresciuta, il resto l’ha segnata troppo profondamente preferisce lasciarlo sepolto nei meandri della sua anima.

“Alexander fissò  la donna, si sforzò di non scivolare con lo sguardo sul petto ansimante che, coperto da una giacca sportiva, gli ricordava comunque due capezzoli scuri e irti bagnati di latte. 

Roba da far diventare pervertito un frate. Meditabondo si accarezzò lo sfregio, volle sentirlo sotto ai polpastrelli, ideciso se soffermarsi su quel bellissimo oppure sul mostruoso.- Mi trova bellissimo? 

Non sapevo avesse uno spiccato senso dell’orrido- la schernì, compostamente. Jennifer arrossì.-Intendevo parlare dei suoi modi, non del suo aspetto fisico.-Alexander si prese del tempo per riflettere.”

Quando Alexander ritrova la sua nipotina dopo anni di ricerche, le loro strade s’incrociano per il bene della bambina. 

A Jennifer non sfugge la bellezza, mortificata dallo sfregio, del viso di Alexander e a lui non sfugge l’impertinenza della sua lingua, né la flessuosa femminilità del suo corpo.

Due mondi così diversi, due educazioni profondamente differenti che si trovano a fare a pugni, ognuna con le proprie ragioni. Alex non tollera l’impudenza con cui lei gli manca di rispetto, lei non capisce perché sia così insensibile al bisogno d’amore di Marisol.

“-Lasciami andare.-

-No.-Alexander si rese conto che la reazione di Jennifer era giusta. Ma lui non era un codardo e glielo avrebbe dimostrato. –Ti amo- le baciò dolcemente la guancia rigata di lacrime. 

La sentì vacillare fra le sue braccia, aveva resistito al suo tentativo barbaro di allontanarla ma sembrava incapace di accettare la verità. Lui l’amava. Sembrava così fragile in quel momento. 

Senza sforzo la sollevò dal pavimento e trasportandola come una bambina salì le cale, in silenzio, guardandola negli occhi e sorridendole anche se aveva la morte nel cuore. 

Arrivò nella sua camera da letto e la depose su quel materasso che nessuna donna aveva mai condiviso.-Fai l’amore con me, sappi solo che potrebbe essere l’ultima volta. 

Domani potrei morire, non tornare più, ma se questo non dovesse  accadere è qui che voglio trovarti. Nel posto che ti spetta di diritto, te lo sei presa e io non me ne ero accorto: la mia casa, il mio cuore.-”

Englishman delle tre storie è quella che ho amato e odiato di più, forse perché da mamma per me certi comportamenti sono inconcepibili, non lo so ma ci sono state parti in cui avrei volentieri strillato per lo sdegno. 

Cos’altro posso dirvi di questo libro e di questa bellissima trilogia? Leggetelo!