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DUE CHIACCHIERE IN COMPAGNIA di Monique Vane

DUE CHIACCHIERE IN COMPAGNIA di Monique Vane

Salve readers, è con particolare orgoglio che voglio presentarvi l’autrice che ospiteremo oggi, è il suo terzo libro che leggo, ma questo l’ho visto nascere fin dalla prima bozza, mano a mano fino alla stesura finale. 

È stato un onore poter discutere con lei dei particolari che non la convincevano, e poterle dire la mia. 

Readers oggi a Recensioni Young Adult ci parlerà del suo nuovo libro: Shiva occhi belli, la nostra amica Monique Vane.

Benvenuta Monique, parlaci un po’ di te…

Ciao ragazze, ho 26 anni, sono di Milano ma vivo in Puglia ormai da un po’ di anni. Convivo con il mio ragazzo e con un mucchio di libri scarpe borse e chi più ne ha più ne metta. 

Mi piace ciò che è bello e amo la musica. Le parole escono dalle mie dita quando c’è qualcosa di profondo da dire. E ho ancora da dire molto. Sono pronta a questa super intervista J 

 

Le domande di Simona

1) Com’è nato il personaggio di Eva? Avevi già in mente di ispirarti alla tua amica, oppure è una cosa che è nata mentre scrivevi la storia?

Il libro è nato principalmente per lei. Mi è venuta in mente la sua patologia e ho pensato di volerne parlare. 

Ovviamente ho chiesto a lei il permesso prima di dare voce a ciò, ma lei si è messa a piangere quando gliel’ho proposto. Le sue parole sono state: 

“È un gesto bellissimo, e tu sei speciale.” Inutile dire che ho pianto anch’io. Questo libro è stato un continuo piangere al telefono, ma sono contenta che alla fine sia uscita una storia che faccia riflettere.

 

2) Leggendo il libro sono stata travolta dalle emozioni fino alle lacrime, quindi mi chiedo: è stato difficile emotivamente scrivere questo libro?

Molto difficile, sono stata giorni ad ascoltare audio della mia amica che mi ha spiegato in modo dettagliato la sua patologia e mentre parlava sono venuta a conoscenza di dettagli e avvenimenti della sua vita che non sapevo, perché ancora non la conoscevo a non eravamo amiche. 

In parte la sua patologia l’ho vissuta in prima persona, perché eravamo in classe insieme ed io ero sempre quella che leggeva ad alta voce. 

Mi ricordo il suo mini registratore che registrava le lezioni o la mia voce, e allora ancora non c’era whatsapp, o almeno non c’era l’audio whatsapp. 

Anche questo libro gliel’ho letto ad alta voce registrando ogni singolo capitolo. L’emozione è stata vera e sentita ed una volta che ho buttato giù i ringraziamenti sono stata un fiume in piena.

 

3) La storia è ambientata in luoghi bellissimi, ovviamente conosci bene Milano, ma Londra, la Grecia e la Norvegia sono state scelte per una ragione particolare?

Milano è la mia città, mi manca in particolar modo. 

Mi manca tutto dalla metro alle persone che corrono per poter raggiungere la prossima coincidenza, mi manca il mio caos e sì, la conosco bene perché sono cresciuta in quella città e non potevo inserirla in questo libro. 

Londra mi affascina e sarebbe stato il viaggio di quest’anno se non ci fosse stato il Covid-19 e dopo averla studiata per poterla visitare ho vissuto il viaggio attraverso il mio libro. 

La Grecia in particolare Skiathos è stata la meta di un addio al nubilato ed è stata una bellissima avventura, i tramonti che ho visto su quelle spiagge non li scorderò mai, per non parlare della barca a vela, un’esperienza unica. 

La Norvegia è stata ispirata: ho sentito i racconti di un viaggio fatto e mi sono innamorata dell’espressione che avevano i miei cognati negli occhi e non poteva non essere uno scenario romantico, anche se sono terribile perché in quel luogo succede qualcosa che stravolge la storia.

 

1) Il libro è dedicato ad una tua cara amica e alla forza con cui lei affronta la sua patologia, pensi che il tuo libro possa sensibilizzare le persone nei confronti di questo problema e delle persone che ne sono afflitte?

Quello che mi ha spinto a parlare di questa patologia è proprio la forza che ha la mia amica, che poi potete riscontrare in Eva. 

Lei non si lascia scalfire da quello che può essere un impedimento, lo affronta anche facendo cento volte la stessa cosa, ma alla fine ottiene il risultato che vuole. 

Lei è l’esempio che bisognerebbe seguire. Se la vedi ti sembra che in lei sia tutto a posto, è una persona normale, fino a quando lei non ti dice del suo problema, oppure inizia a stringere gli occhi per focalizzarti. 

Infondo sembriamo tutti persone perfette, fino a quando non ci avviciniamo meglio. 

Questa storia l’ho scritta perché Eva vive nonostante il suo mondo grigio, lei è il colore in un mondo spento, la luce in un giorno grigio e nuvoloso, quindi sì, se sono riuscita a sensibilizzare a a dare un nuovo modo di vedere la vita, perché no. Lo spero!

 

2) Milano la conosco, Londra anche, in Grecia ho pensato spesso di andarci, ma la Norvegia non l’avevo mai presa in considerazione a causa delle temperature proibitive; tu sei riuscita a farmi venire voglia di visitarla. 

Hai una capacità descrittiva invidiabile. Simona ha chiesto il perché dell’ambientazione, io voglio sapere se sono luoghi che hai visitato, oppure sono siti che desideri poter vedere?

La Norvegia e Londra vorrei visitarle, le altre due le ho visitate ed è innegabile dire che ad ogni viaggio mi innamoro del luogo, anche se tra tutti la città più bella che ho visto è Amsterdam. 

Anch’io ero titubante sulla Norvegia, ma l’aurora boreale vale la pena, anche a costo di congelare le chiappe, ma come dicono i norvegesi: non esistono temperature estrema, ma solo vestiti inadatti!

 

3) Come tutte mi sono innamorata di Ector, ma devo dire che anche Charlie ha il suo potenziale, dedicherai uno spin-off a lui e Aurora?

Ci sto pensando, in quel caso uscirebbe la storia di Aurora, ed è un’altra storia forte. Ector è l’uomo che non deve chiedere mai, mentre Charlie sa essere divertente e intrigante.

 

4) Hai già in mente il tuo prossimo libro? Vuoi farci qualche spoiler?

Sto scrivendo di Jack e Stella e ragazzi lasciatemelo dire: sono esplosivi. Quei due li avete conosciuti che non si staccavano mai e confermo che sono fuochi d’artificio e Rock pesante.

 

La domanda di Terry

Sappiamo già che per il personaggio di Eva ti sei ispirata ad una persona reale. È andata allo stesso modo anche per Ector?

Ahimè Ector non esiste, è la proiezione dell’uomo che vorrei ci fosse accanto alla mia vera Eva. 

Mi sento come una mamma a dire questo, ma voglio che accanto a lei ci sia una persona di questo spessore, ovviamente Ector è il frutto della mia immaginazione. 

Anch’io l’ho desiderato mentre scrivevo di lui, pensate un po’! 

 

Le domande di Eleonora

1) Fino ad ora le tue storie sono sempre state frutto della fantasia. Cosa ha fatto sbocciare in te il bisogno di raccontare una vicenda ispirata ad un tua cara amica?

Generalmente le mie storie sono sempre ispirate a qualcosa che è accaduto realmente, come Ava. 

È stata la storia di una ragazza che scriveva al padre defunto a ispirarmi, poi ho tirato su i miei castelli di sabbia e sono volata con la fantasia. 

La mia Eva, chiamiamola così, per non svelare il suo nome, non ha mai parlato di quello che ha. 

L’ha sempre vista come una debolezza, qualcosa da nascondere e non condividere, ma in realtà nessuno gliel’ha mai fatto pesare, almeno noi che le stiamo vicino da tempo l’amiamo per quello che è, per la sua personalità sempre positiva e allegra. 

Io personalmente se dovessi perderla come amica sentirei di aver perso una parte di me. Il bisogno è nato dal volergli dare una voce.

 

2) Cosa ti sentiresti di consigliare a chi, come Eva vive delle battaglie “silenziose” contro una patologia?

Consiglierei di vedere il bicchiere mezzo pieno, di cogliere quella piccola cosa, anche se piccola che la fa sorridere e di portarla in ogni suo giorno. 

A volte la vita è incredibilmente ingiusta, ma non serve piangersi addosso. Bisogna andare avanti pensando a quello che si può ottenere con quello che si ha.

 

3) Quanto è stato difficile lasciare andare Eva ed Ector?

Tantissimo, ma io sono lì tra quelle pagine, tra quelle frasi insieme a loro a raccontare la loro storia. 

Tutt’ora mentre rispondo a questa domanda ho le lacrime agli occhi, perché questa è stata la storia che ho faticato a lasciar andare più di tutte, nonostante l’abbia scritta con fluidità.  

 

4) Sentiremo ancora parlare di questi protagonisti?

Se si dovesse trovare una cura alla patologia di Eva, tornerei sicuramente a parlare di loro. E io mi auguro con tutto il cuore che ci sia in questa vita la cura. 

Che Eva possa ritornare a guardare i colori, vedere il tramonto e poter essere sicura di fare i suoi passi con più decisione, senza la paura di non essere capita.

 

Eccoci arrivate alla conclusione, Monique a nome di tutto lo staff di Recensioni Young Adult ti ringrazio per la tua cortesia e disponibilità e ti do appuntamento al prossimo libro. 

A presto, Jenny, Simona, Terry ed Eleonora.

 

Grazie ragazze per la stima e la fiducia che mi date! Vi adoro!

 

DUE CHIACCHIERE IN COMPAGNIA di Monique Vane