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Titolo: SINFONIA DELLA FELICITÀ
 
Autore: Simona Corvese
 
Casa Editrice: PubMe

Recensione

SINFONIA DELLA FELICITÀ – Simona Corvese

Salve readers, oggi cambiano un po’, ci allontaniamo dalle storie passionali per avvicinarci ad un tipo di sentimento diverso, quello che lega genitori e figli. 

La storia di cui voglio parlarvi è la prima parte di Sinfonia della Felicità: La storia di Roberto e Livia, di Simona Corvese.

Da mamma, quando ho letto la trama, non ho potuto esimermi dal leggere questa storia, così carica di dolore da sentirselo strusciare sulla pelle. 

Il dolore della perdita, la vergogna per la propria condizione, la mancanza di veri legami familiari, di veri affetti, la fatica dello sfruttamento, l’umiliazione della schiavitù… sono solo alcuni fra i sentimenti che si avvicendano in questa storia, dolorosa, difficile ma bellissima.

 

La bambina preferì non proseguire nella discussione ma si sentiva ancora

molto offesa per essere stata coinvolta, suo malgrado, in quel furto. Si

allontanò da lui, con passo nervoso, lungo il vialetto principale del campo. Si

fermò in prossimità del prato mettendosi a tirar calci stizzosi a dei sassetti.

Aveva il fiatone e cercava di dominare, o forse di comprendere il turbinio di

emozioni che le tumultuavano nell’animo. Rabbia? Rancore verso la vita? No,

orgoglio.

Il suo orgoglio, in quel momento, le impediva di ammettere che Dimitri

diceva la verità. Le cose stavano proprio così.

 

La Corvese ha toccato un tema davvero delicato e ha saputo affrontarlo in modo egregio, con il tatto e la delicatezza che merita, ma senza nascondere nemmeno un grammo della cattiveria, del dolore, del disagio e della paura che si nasconde dietro quegli avvenimenti, che purtroppo corrispondono alla realtà fin troppo spesso.

Sinfonia della Felicità, La storia di Roberto e Livia è così carica di tragedie da farmi scuotere il capo in più occasioni, ogni protagonista di questa storia in un modo o in un altro è stato toccato da una disgrazia: morte violenta, abbandono, rapimento, sfruttamento… sono solo alcuni dei temi dai quali le vite dei protagonisti vengono travolte.

 

“Ci amiamo ancora tutti e due. Solo che Laura comincia ora a riprendersi

dalla depressione e mi chiede, come condizione per ricominciare a vivere

insieme, di smettere di pensare a Isabel, di chiudere una volta per tutte con il

passato e guardare avanti”.

Eleonora annuì in silenzio, aspettando che lui continuasse a parlare.

“Io so che non riusciremo mai più a ritrovarla ma non posso voltarle le

spalle e far finta che lei non sia mai esistita. L’ho tenuta tra le braccia solo per

poche ore ma non potrò mai dimenticarla”, riprese.

“Possibile che non ci sia proprio nessuna pista che la polizia possa

seguire?”.

Chiese Eleonora con tatto.

 

Roberto Neri, non è solo un direttore d’orchestra famoso e un pianista affermato, è anche un padre al quale è stata strappata la sua bimba appena nata dalle braccia, e della quale non si è più trovata traccia, è anche un uomo distrutto che si è rifugiato nel suo lavoro per sfuggire al dolore della sua perdita, ma che così facendo sta rischiando di perdere anche la moglie.

Laura Guarneri Fontana, è una violinista famosa, una concertista e un insegnante molto richiesta, ma è anche una madre col cuore a pezzi e una donna distrutta dal dolore. 

Una moglie che non è riuscita a superare la tragedia che ha colpito la sua famiglia, e ha permesso alla sua depressione di allontanare suo marito pur amandolo ancora profondamente.

 

“No, purtroppo. Io ricordo solo l’uomo che mi ha aggredito ma nessuno è

riuscito a rintracciarlo”

 

Livia Vàradi non è una rom, ma non è neppure una gagi, è semplicemente un orfana infelice, cresciuta in una comunità di rom lautari ungheresi, che viene sfruttata per il suo immenso talento di violinista, intanto che lei e il suo “fratellino”incantano i passanti con le loro incredibili capacità da virtuosi, altri piccoli rom li derubano approfittando della loro distrazione. 

Livia si vergogna tanto per la sua condizione, sente la mancanza dell’amore di una vera famiglia e vorrebbe poter sfuggire a quella vita che non ha potuto scegliere.

 

“Le cose non sono come ti sono sembrate poco fa”, esordì soppesando bene

le parole che usava.

“Questa sera sono riuscita ad ammettere, per la prima volta da quando ti ho

conosciuto, che ho paura di perderti o che ti possa accadere qualcosa di male.”

La bambina la ascoltava con attenzione.

 “Ti voglio bene Livia ma credo che sia umano ammettere di aver paura di

soffrire ancora. Io non sono forte come Roberto e se dovessero portarti via da

me, non troverei le forze per superare un altro dolore così”.

Livia posò la sua mano su quella di Laura e questa volta la donna non riuscì

a trattenere la commozione.

“Non dubitare mai dei miei sentimenti per te, Livia”.

Livia fece cenno di sì, lentamente ma convinta.

“Per me’ tu sei già mia figlia.”

 

La scrittura della Corvese è molto scorrevole ed efficace, dalla grande capacità descrittiva, e arricchita da cenni storici, riferiti alla musica e alle origini rom di alcuni generi, e dalle numerose parole scritte in romanì. 

L’unico neo che ho trovato a questa storia è il fatto di non essere autoconclusiva, e sì, per sapere come si concluderà Sinfonia della Felicità: la storia di Roberto e Livia, dovremo aspettare, ma ne vale la pena, perché anche se odio aspettare, non mi pento neanche per un momento d’aver letto questa bellissima storia! 

Ora tocca a voi, buona lettura, Jenny.

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Trama

SINFONIA DELLA FELICITÀ – Simona Corvese

Roberto, affermato direttore d’orchestra di fama internazionale e dallo spirito altruista, sta attraversando un brutto periodo e vorrebbe cambiare molte cose nella sua vita. 

Si concede un anno sabbatico da trascorrere nella sua città, Milano, per riflettere sulla sua frenetica esistenza. 

Durante questo periodo darà vita alla sua Fondazione Musica Senza Confini, un’organizzazione senza scopo di lucro che permette di far studiare musica gratuitamente a molti giovani che hanno alle spalle situazioni disagiate. 

Un giorno Roberto incontra per caso, in Corso Vittorio Emanuele, due piccoli violinisti zigani che suonano come virtuosi: Livia e il fratellino Jòzsef.

Scatta l’empatia che accomuna chi soffre. Roberto e la moglie Laura hanno perso una figlia; Livia non ha mai conosciuto affetti sinceri, fatta eccezione per suo fratello Jòzsef.

Per difendersi dal loro dolore si rifugiano tutti nella musica, che amano più di loro stessi. Anche la bambina riconosce nello sguardo di Roberto la stessa, silenziosa, richiesta d’aiuto. 

Tra loro due nascerà un patto di reciproca solidarietà perché desiderano la stessa cosa: una vera famiglia.

SINFONIA DELLA FELICITÀ – Simona Corvese
Buona lettura, Jenny.

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