Solo una volta – Valentina Ferraro, RECENSIONE

Salve readers, oggi parleremo di una delle novelle legate alla Matching Scars Series , il volume #2.5: Solo una volta, di Valentina Ferraro. 

Se avete già letto i primi volumi saprete già chi è Mark Carter, se non lo avete ancora fatto, correte a porvi rimedio. 

Ho vari libri della Ferraro, ma ancora no ho trovato il tempo di leggerli, e forse aver cominciato da questa serie, non proprio nuovissima, potrà servirmi per capire se e come, la scrittura di questa bravissima autrice sia cambiata.

Io e la-ragazza-dalle-tette-sode-senza-pomo-d’Adamo rimaniamo a fissarci allibiti, terrorizzati e scandalizzati.

Che diavolo è successo? Perché siamo a letto nudi? Perché siamo in – mi guardo intorno – camera sua? Io non vengo mai in camera sua. 

Nonostante siamo entrambi ormai più che maggiorenni, lei continua a tenere un cartello con lo scarabocchio di uno scarafaggio sulla porta della sua camera, fatto all’età di cinque anni, che recita “Siete tutti i benvenuti tranne Mark lo Scarafaggio Carter”.

E invece sono proprio nel suo letto, con la sua trapunta bianca a fiori rosa attorcigliata alle gambe, nudo e, che Dio mi aiuti, è nuda anche lei dalla vita in giù.

Ed è bellissima.

Ho trovato questa novella assolutamente deliziosa, ironica, frizzante, passionale, ma anche tremendamente seria in alcuni momenti; un racconto assolutamente perfetto! 

La perfetta caratterizzazione dei protagonisti, i pov alternati e la capacità della Ferraro di legare il lettore alla storia fino alla fine, rendono Solo una volta, una lettura davvero piacevole.

Mark Carter è un donnaiolo fin da quando era solo un adolescente, la sua passione per le donne e per la musica è ben nota, così come il suo rapporto d’odio con Jessica, la mia migliore amica di suo fratello Ben, nonché loro vicina di casa. 

Loro e Jes sono cresciuti insieme, ma mentre Ben la adora, Mark la detesta e la cosa è reciproca. 

Fin da bambini non hanno fatto altro che farsi dispetti, prendersi in giro e dirsi ogni genere di cattiveria. 

Nessuno è più incompatibile di Mark-Lo-Scarafaggio-Carter e Jessica-Puzzi-Di-Piedi-Sullivan.

«Giuro, Scarafaggio, che se lo dici a qualcuno…»

La zittisco con un bacio sulla bocca mentre le ficco le mani sotto la maglietta e le sgancio il reggiseno. Ubriaco o no, rimango il campione indiscusso di slacciamento-di-reggiseni-con-una-mano-sola.

«Sta’ zitta».

Mi infila le dita fra i capelli e mi strattona verso di lei infilandomi la lingua in bocca e ansimando forte.

Cerco di prenderla in braccio ma non sto sulle gambe e inciampo sul primo gradino della scala che porta in camera sua. Rotoliamo a terra.

Jessica è una donna di venticinque anni con un armadio pieno di scheletri, che vive ancora coi genitori a causa del trauma che si porta dietro da quando aveva tredici anni. 

La paura di restare sola in casa, la paura del buio, la paura che possa succedere ancora… tutte cose difficili da superare, ma finché Ryan le stava vicino sembravano più facili da affrontare. 

Da quando lui l’ha lasciata e Ben è partito, il suo equilibrio è precario, ma la sera che ha scoperto che il suo ex vuole andare a vivere con la sua nuova fiamma, tutto il suo mondo crolla e lei decide di affogarlo nell’alcol.

Me la ritrovo sdraiata sopra con il suo gomito che mi preme su una costola e il terzo gradino della scala di marmo conficcato appena sopra l’osso sacro. 

Nel tentativo di spostarla e alleviare il dolore le faccio perdere l’equilibrio e sbattiamo la fronte uno contro l’altra. 

Per un secondo penso che questo sia un segno del destino, che dovrei accompagnarla in camera sua, metterla a letto, riallacciarle il reggiseno e scappare via. 

Io e Jessica: pessima idea! Ma lei mi infila una mano sotto la camicia e la tira su, mi accarezza la schiena e si struscia sopra di me. 

Un secondo dopo le ho sfilato via la maglia, lanciato il reggiseno dall’altra parte della stanza e le sto tirando giù gonna e slip contemporaneamente. 

I miei vestiti fanno più o meno la stessa fine…

Peccato però, che nella sua serata alcolica abbia incluso anche Mark e quando la mattina dopo si svegliano nello stesso letto, avvinghiati, nudi e con pochi ricordi di cosa sia successo, le cose prendono una strana china. 

Loro non si sono mai sopportati e ora non fanno altro che pensare a quella notte, e più ricordi affiorano e più ci pensano, decidono che è stato un errore e che non si ripeterà mai più. 

Il problema è che non riescono a non pensarci e allora decidono di rifarlo da sobri, così da sostituire quella sensazione di “sesso fantastico”sicuramente suggerita dall’alcol, con una più realistica impressione schifata da lucidi… Ma la realtà è ben diversa da così. 

Come sempre io non vi dirò altro, se non che non potete non leggere Solo una volta, buona lettura, Jenny.