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Recensione
L’amuleto di Samarcanda – Jonathan Stroud
Cari lettori, questa settimana, per la rubrica fantasy voglio parlarvi della trilogia di Bartimeus. Mi concentrerò sul primo volume della trilogia, dove inizia tutto.
Devo ammettere che ho iniziato a leggere L’amuleto di Samarcanda con un po’ di scetticismo. Non sapevo minimamente cosa aspettarmi da questa lettura.
Mi sono ritrovata tra le mani una bella sorpresa, intanto perché lo scrittore ha un modo di scrivere molto accattivante, divertente e ironico, ma anche perché la storia non è per nulla noiosa, ma ti lascia invece con la voglia di sapere che cosa accade subito.
Nel primo volume ci ritroviamo un giovane Nathaniel, mago apprendista di appena dodici anni che invoca Bartimeus, un demone millenario
“ Scelsi un tono di voce profondo, ricco, denso e scuro come cioccolata, del tipo che risuona ovunque eppure in nessun luogo particolare, e fa rizzare i peli sulle nuche più inesperte”.
La storia è raccontata sia dal punto di vista del demone che del giovane mago. Prosegue molto speditamente, non annoia mai, anche durante i capitoli ‘flashback’ dove troviamo descritto il passato di Nathaniel o di Bartimeus.
Ci troviamo in una Londra , per certi versi simile a quella descritta nel mondo di Harry Potter, maghi e non maghi convivono pacificamente nella città.
Le similitudini però con la famosissima saga finiscono qui, non ci sono scuole ma le lezioni vengono impartite privatamente; non ci sono lettere che individuano i bambini talentosi, i genitori possono decidere di “donare” i loro figli e ricevere un l’auto compenso.
Lo scrittore ha infatti descritto un mondo tutto suo, con maghi, animali, creature e leggi da rispettare.
“Un mago maneggia un grande potere. Un mago realizza il suo volere ed esercita cambiamenti. Può farlo per motivi egoistici o virtuosi.
Il risultato delle sue azioni può essere buono o malvagio, ma l’unico mago cattivo è quello incompetente.”
Consiglio questa trilogia a tutti gli amanti della magia, ne rimarrete pienamente soddisfatti!
Un abbraccio, Anastasia.
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Trama
L’amuleto di Samarcanda – Jonathan Stroud
Il millenario jinn Bartimeus, antichissimo, potente, pigro e beffardo, viene improvvisamente strappato dal confortevole mondo degli spiriti ed evocato a Londra, destinato a una missione oscura è incredibilmente rischiosa: rubare l’arcano amuleto di Samarcanda a Simon Lovelace, mago senza scrupoli e membro del Parlamento.
Niente di strano: gli umani convocano continuamente gli spiriti per obbligarli a servirli. Ma stavolta il mago evocatore è un ragazzetto di dodici anni, che non sembra affatto in grado di governare il subdolo genio…
Jonathan Sprout crea una Londra alternativa (ma solo in apparenza): atmosfere dickensiane e personaggi da mille e una notte, lotte intestine, intrighi e brame, prima tra tutte quelle per il potere illusorio, perché le forse soprannaturali che lo possiedono non vedono l’ora di ribellarsi a chi le ha assoggettate, metafora delle umane ambizioni.
L’amuleto di Samarcanda sovverte le regole con ironia, presentandoci un mondo magico ‘ al negativo’, dove gli umani- spesso meschini, invidiosi e senza scrupoli- sono contrapposti agli spiriti ben più potenti, ingegnosi e astuti di loro.
E su tutti trionfa l’arguto, saccente, permalosissimo Bartimeus…
L’amuleto di Samarcanda – Jonathan Stroud
Buona lettura, Anastasia.
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