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DUE CHIACCHIERE IN COMPAGNIA di Giuseppe Pantò

DUE CHIACCHIERE IN COMPAGNIA di Giuseppe Pantò

Salve readers, nel nostro salotto siamo abituate a ricevere autrici di vario genere e nazionalità, ma raramente ospitiamo uomini, in quanto la maggior parte dei libri che recensiamo sono scritti da donne. 

Oggi, per la terza volta da quando ho iniziato la mia collaborazione col Blog, avremo il piacere di fare due chiacchiere con un uomo, lui è già conosciuto e apprezzato come giornalista di testate importanti, oggi ricopre il ruolo di caporedattore dell’area pubblicazioni e web della Bocconi. 

Diamo il benvenuto all’autore di Area Zero: Giuseppe Pantò.

Giuseppe parlaci un po’ di te…

Prima di tutto permettimi due parole, io sono una persona che legge tantissimo e in pochissimo tempo, spesso per la curiosità di scoprire quale sarà l’epilogo, altre volte per la fretta di passare ad altro. 

Raramente mi capita di rallentare una lettura per godermela per più tempo, Area Zero ha avuto questo effetto su di me e non mi capita spesso, perciò complimenti, sei riuscito ad incantarmi con le tue parole: bravo!

1) Area Zero appartiene ad un genere che non recensiamo spesso, è scritto in un modo particolare che non molti autori contemporanei usano, e fa riferimenti letterari di autori di livello immenso. 

Alcuni, devo ammettere di non conoscerli e di questo un po’ mi vergogno, ma vorrei capire, in un’epoca in cui sono ritenuti “grandi poeti” gli autori di Trap e Rap, come ti è venuto in mente di attingere alla grande letteratura?

 

Devo, innanzitutto, ringraziarti. Sia per i complimenti, sia per l’invito a questa piacevole chiacchierata, ma soprattutto per l’attenzione non comune con cui hai letto Area Zero. 

Non è davvero consueto trovare oggi persone che leggono in modo così approfondito, soffermandosi anche su dettagli e particolari non superficiali. Quindi, i complimenti sono reciproci! 


Venendo alla tua domanda, posso dirti che mi piace attribuire alla letteratura, e soprattutto ai grandi classici, una sorta di potere magico: la capacità di far ritrovare al lettore dei pezzi della propria vita dentro le pagine dei libri che legge. 

A differenza di altre arti, come quelle visive, la letteratura necessita anche di uno sforzo aggiuntivo di immaginazione e di ricostruzione. 

Ed è un passo utile non solo alla scoperta di pensieri nascosti, o semplicemente dimenticati, ma anche una via, un percorso che consente di rielaborare continuamente il proprio cammino di vita. 

Per questa ragione, è molto lineare che la letteratura, e in particolare i classici che ho scelto, faccia da guida a Ludovico, il protagonista della storia che ho voluto narrare, nella scoperta e rielaborazione dei suoi percorsi che sembravano così semplici e scontati.

2) Ho iniziato la lettura pensando che mi sarei trovata davanti un giallo, un delitto da risolvere e di dover solo cercare di trovare il colpevole prima del protagonista, ma mi è stato chiaro fin dalle prime pagine che non sarebbe stato così, o almeno che non sarebbe stato solo quello. 

Hai saputo creare un fine intreccio, mettendo in risalto i tormenti dei due protagonisti, e il loro diverso modo di approcciarsi alla vita, usando il “crimine” solo come filo conduttore e non come scopo. Quindi: come è nato Area Zero?

La mia attività di autore si divide, direi in modo equilibrato, tra narrazione storica e noir. Nel romanzo storico trovo il piacere di viaggiare nel tempo, attraverso le lunghe ricerche alla base della costruzione della storia. 

Ricerche che mi permettono di ricostruire ambienti e modi di vivere e di pensare di epoche lontane. 

Il noir invece è per me un modo per viaggiare all’interno dell’animo umano: sentimenti, relazioni, introspezione dei personaggi sono un modo per andare in profondità, e anche in superficie, di ciò che può risiedere, o semplicemente passare per la mente di una persona e che spesso resta nascosto, segreto o addirittura inconscio. 

Area Zero è nato proprio da questo desiderio di esplorazione, partendo da alcune semplici domande: quante sfaccettature, quante “zone oscure” possono avere sentimenti e relazioni che, all’apparenza sembrano semplici e lineari? 

E poi, che limiti ci poniamo, se ce ne sono, quando siamo coinvolti in un rapporto con un’altra persona?

3) Ludovico ed Eugenio sono i protagonisti principali: sono solo frutto della tua fantasia o ti sei ispirato a qualcuno?

Credo che qualsiasi autore, nella costruzione dei suoi personaggi, tragga ispirazione dalla realtà e da persone e fatti che incontra o conosce. 

Questo avviene sia deliberatamente che inconsciamente, pescando da frammenti di vita e di memoria. Ovviamente, e nel caso specifico di Ludovico ed Eugenio, non c’è stato un modello unico o una persona di riferimento. 

Ma tanti spunti che vengono assemblati, anche con l’ausilio della fantasia, per dare forma a personaggi credibili, per il loro aspetto e per le loro caratteristiche comportamentali e caratteriali.

4) In quanto donna sono curiosa per natura e muoio dalla voglia di sapere come ti è venuto in mente di nascondere gli indizi nelle quarte di copertina?

Beh, in questa risposta c’è un piccolo aneddoto autobiografico: ho spesso utilizzato le pagine bianche o gli interni delle copertine per scrivere appunti e pensieri al termine della lettura di un libro. 

Dopo avere vissuto pagine fitte ed emozionanti, mi ha sempre spiazzato ritrovare così tanto “bianco” al termine di un libro… Cosa che mi ha spesso invogliato a riempirlo in qualche modo. 

È un’attività utile anche per fissare alcune cose che, quando si legge tanto, si rischia di dimenticare. 

Proprio quelle sensazioni e quel rapporto magico con il testo, in cui si sono ritrovate delle cose che ci appartengono, magari nascoste, che vogliamo magari rileggere e ricordare nel tempo. 

Ecco, mi auguro che anche tu possa fare lo stesso con Area Zero!

5) Oltre che lettrice compulsiva sono anche un amante dei crime e per questo ho trovato la prima scena del crimine un po’ atipica; supponendo che Luigi abbia accettato di buon grado il volere di Mag per l’ennesima volta, ti sembra plausibile che non ci siano stati spasmi, rigurgiti e simili?

Diciamo che ho volutamente lasciato molta ambiguità in quelle pagine. Non mi interessava riprodurre una tipica scena del crimine, con dettagli da giallista. 

Ma il mio intento era quello di far percepire volutamente al lettore un insieme di sensazioni e un senso di mistero che si ritrova sino alle ultime pagine del libro. 

Credo, o almeno quello era il mio intento, che ci sia molta poesia nella visualizzazione di quei corpi senza vita su un letto anonimo di un altrettanto anonimo albergo svizzero. 

Dando, nella descrizione, anche il giusto risalto all’elemento del tempo, che nel romanzo ha un’importanza fondamentale nella ricorrenza numerica degli “uno”.

6) Come ho scritto nella domanda precedente io ho supposto che sia stata Mag a decidere, ho ragione?

Ho parzialmente già risposto alla tua curiosità. Posso però aggiungere che la chiave, se proprio si vuole trovare e se non si vuole lasciare tutto nell’ambito delle varie soluzioni aperte, si trova nei tratti caratteriali dei vari personaggi. Conoscendo, attraverso le pagine di Area Zero, sia Mag che Luigi, credo che ogni lettore possa farsi un’idea abbastanza chiara di come sono andate le cose… o magari, cosa per me altrettanto importante, di come il lettore vuole che siano andate.

7) Ho trovato geniale il modo che hai usato per differenziare Ludovico ed Eugenio, per far risaltare i pensieri e la personalità di ognuno. 

Più estrosa, evocativa e volutamente arzigogolata quella di Eugenio, a dimostrazione del suo amore per la letteratura classica e per la forma “artistica” dello scrivere, più diretta e attuale, ma pur sempre finemente erudita quella di Ludovico. 

Chi ti somiglia di più, sei più Eugenio o Ludovico?

Tra i due personaggi, mi sento senz’altro più vicino ai tormenti e alla poetica di Eugenio, forse anche per una questione di età… Ludovico è all’inizio del suo percorso di vita e tutto ciò che crede di aver raggiunto è nulla e, soprattutto, è da rimettere in discussione. 

La sua formazione interiore si evolve, inaspettatamente, attraverso una tragedia. 

Però, nonostante il dramma che si ritrova a vivere, nel percorso di Ludovico c’è anche un messaggio di speranza: ogni momento di passaggio, ogni luogo di confine, porta dentro di sé la fatica di un tempo e di uno spazio ostili e la certezza di un rafforzamento e di una crescita.

8) Ieri sera, prima di preparare questa intervista, ho riletto Area Zero, e nel farlo ho riesaminato alcuni particolari che non mi sono piaciuti fino in fondo: perché hai dato a Ludovico la stessa sfortuna in amore di Eugenio?

Proprio per ciò che ti dicevo prima, credo che Ludovico non sia sfortunato. 

Anzi, attraverso il percorso che è costretto ad affrontare, e che cambierà piano piano ogni sua certezza e ogni suo punto di riferimento, lo porterà a quella consapevolezza dei sentimenti e delle cose utile a potersi costruire una vita soddisfacente e in sintonia con il proprio modo di essere. 

Riguardo a Eugenio… lasciamo ai lettori scoprire ciò che è accaduto nel corso della sua vita. 

Da parte mia, ho una ferma convinzione: la fortuna o la sfortuna possono incidere ma solo in minima parte: alla fine, credo che ognuno di noi sia il vero artefice, nel bene o nel male, del proprio destino.

9) Della tua scrittura ho apprezzato tanto anche la tua capacità descrittiva, ogni scena è come una fotografia, i luoghi di Milano, i monti svizzeri, gli alberghi… 

Hai estro, fantasia e riesci a imprimere a quello che scrivi la forza necessaria a legare il lettore al libro fino alla parola fine. Come sei passato dai giornali al romanzo?

Grazie davvero per le tue belle parole! Ti posso dire che una delle mie passioni è sempre stata il cinema. Un’arte che ho anche studiato e approfondito, soprattutto per quanto riguarda gli aspetti della sceneggiatura. 

E, da giornalista, all’inizio della mia carriera, mi capitava spesso di scrivere recensioni cinematografiche. 

Credo di potere attribuire a questa passione la capacità di far visualizzare al lettore le scene che intendo narrare. E chissà che Area Zero non possa prestarsi, in futuro, anche a una trasposizione cinematografica.

10) Sarebbero ancora tante le cose che vorrei chiederti, ma non volendo fare troppi spoiler ai nostri lettori, preferisco chiederti se stai già lavorando ad un altro progetto e se puoi dirci qualcosa in merito.

Certamente. Sto portando avanti un nuovo e ambizioso progetto editoriale, ormai in fase abbastanza avanzata. 

Si tratta di una narrazione ibrida, a metà tra lo storico e il noir, che vuole ricostruire, attraverso una chiave narrativa e letteraria originale, la storia del Novecento. 

È un progetto al quale tengo molto e che vorrei valorizzare al meglio. 

Soprattutto perché penso che solo attraverso la memoria e la consapevolezza di tutto ciò che è passato si possa vivere al meglio il presente, gestendone tutte le contraddizioni, e programmare, per quanto possibile, il futuro. 

E credo di poter dire che il Novecento, studiandolo in modo approfondito proprio in funzione di questo nuovo libro, è davvero un secolo cruciale sia per capire tutto ciò che ci sta accadendo oggi, nel nostro presente, sia per non commettere più gli errori del passato.

A nome mio, e di tutto lo staff di Recensioni Young Adult, ti ringrazio per la tua disponibilità e ti do l’arrivederci come faresti tu:<< Se non scali la montagna, non ti potrai mai godere il paesaggio. 

Neruda>>ti aspettiamo dall’altra parte per leggere il tuo prossimo lavoro, a presto, Jenny.

DUE CHIACCHIERE IN COMPAGNIA di Giuseppe Pantò