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Titolo: Maria, nata per la libertà
 
Autore: Amalia Frontali
 
Casa Editrice: Nua Edizioni

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Recensione

Maria, nata per la libertà – Amalia Frontali

Salve readers, il romanzo di cui voglio parlarvi oggi è molto diverso dai soliti, uscirà il 28 gennaio per la Nua edizioni. Maria, nata per la libertà è un romanzo storico scritto da Amalia Frontali.

La Frontali è una scoperta per me, io non amo il genere storico, eppure da qualche tempo ho deciso di dare un’opportunità a singoli libri, e penso di non aver sbagliato. 

Per anni mi sono preclusa tante letture solo perché facenti parte del genere storico, ma poco tempo fa ho deciso di dare una possibilità ad un libro, che al di là del genere, mi sembrava interessante. 

Quel libro mi ha fatto capire che l’odio che ho sviluppato ai tempi della scuola per la storia, non è imputabile né agli argomenti, né agli autori, ma solo ad un insegnante che forse aveva sbagliato mestiere

Maria nata per la libertà, è un libro particolare, scritto con una cura e un rispetto per gli eventi e per le persone, davvero poco comune ed encomiabile. 

Il periodo di uscita sicuramente non è stato scelto a caso, ma in un mare di pubblicazioni su questo argomento, questo testo a parer mio si distinguerà.

Gli piacque quello che vedeva: una donna solida, giovane ma non tanto da essere avventata, con il viso pulito e l’espressione risoluta. 

Niente grilli per la testa, niente eccessi di entusiasmo, nessuna di quelle attrattive o malizie che potevano portare tensione in un gruppo dove di donne ce n’erano ben poche. E che di tensione non aveva bisogno.

«Maria,» ripeté Superti come un’approvazione. «Sai perché mi piaci?» Maria non ritenne necessario scuotere il capo, la domanda era retorica. E un po’ troppo diretta, per i suoi gusti.

«Perché non sei dipinta. Le donne che si dipingono non vanno bene sui monti.»

 

Maria Peron era un’infermiera costretta alla macchia, che trovò il suo posto nel mondo fra i partigiani della Valgrande, dove si rese, non solo utile, ma praticamente indispensabile. 

Maria era l’unico aiuto medico che avessero tra quelle valli. 

Era una donna energica, pratica, coraggiosa e una cattolica osservante. Non era più una ragazzina, aveva trent’anni, per quel periodo poteva già ritenersi una vecchia zitella. 

La bellezza non era il suo primo pregio, né lo era la prestanza fisica, ma sul suo intelletto e sul suo buon cuore nessuno poteva dir nulla. 

Era una donna di grande integrità morale e con una coscienza che non le permetteva di odiare nessuno, nemmeno i nemici.

«Stai bene?»

Maria aprì gli occhi, impastati di lacrime, su Laurenti inginocchiato accanto a lei, lo sguardo pieno di apprensione in una vertigine di azzurro scintillante. 

Prima ancora di poter rispondere a quella domanda, di poter fare l’appello delle ossa, dei muscoli e delle funzioni del suo corpo, si rese conto che lui era ferito. La camicia, sull’avambraccio, era inzuppata di sangue. 

L’angoscia le serrò la gola con dita di ghiaccio.

«Ti hanno preso! Dove?»

 «Stai bene, Maria?» ripeté Laurenti con quel suo tono paziente e gentile, sostenendole le spalle per aiutarla a sedersi.

 

Nel tempo che trascorse tra i monti e le valli salvò molte vite, curò tantissime persone, sia tra i partigiani che tra i civili, vide morire tanti amici fra i combattenti, conobbe molte persone che a dispetto della propria età, a volte insufficiente altre eccessiva, facevano la loro parte, davano il loro contributo. 

Ha conosciuto la paura, la fame, il freddo, in un modo in cui nessuno dovrebbe conoscerli. Ha stretto amicizie e si è innamorata. 

Un amore il suo, completamente ricambiato e che lei non ha voluto ammettere neanche a sé stessa fino a conflitto finito. Il partigiano che si è innamorato di lei era un ragazzo più giovane, e questo per lei e per l’epoca era un problema, era straniero, della Georgia, e fra loro la lingua era un limite, ma il modo rispettoso in cui lui le rimase sempre accanto proteggendola, era qualcosa di molto più importante e forte di un banale corteggiamento.

Ci avrebbe pensato ancora tante volte, a quel momento, quando la scarpa aveva smesso di rotolare e si era fermata accanto a lui, con i lacci aggrovigliati e penzolanti. 

Si sentivano i gemiti del partigiano in agonia, lo scalpiccio di stivali, il canto fischiante del vento fra gli oleandri infreddoliti, ma in primo piano c’era solo il calzino sporco sul piede del morto, con un grosso buco da cui spuntava un alluce bianco. 

La morte, aveva capito Luciano in una rivelazione dolorosa, era una faccenda grama e meschina, per quanto epica e giusta fosse la lotta. 

Quella sera il giovane Morandi ancora non lo sapeva, ma per tutta la sua vita avrebbe portato nella coscienza l’istantanea del calzino bucato e dello scarpone orfano, e non avrebbe mai, mai sparato un colpo.

 

Una disamina accurata e precisa degli eventi, un linguaggio ricco e ricercato, e un’infusione di sentimenti che rendono ogni sequenza della narrazione più umana, ne fanno una lettura che si consuma in poche ore, che tiene col fiato sospeso in attesa degli sviluppi e che lascia, al di là dei fatti narrati, una bella sensazione. 

La sensazione che in mezzo a tanto dolore, a tanto odio e disperazione, ci fosse qualcuno che ha portato aiuto e consolazione a chi in quegli anni lottava per tutti, lottava per la libertà.

Maria nata per la libertà è un libro che consiglio di cuore e che penso farò leggere anche ai miei figli, perché devono sapere quanto male ha fatto la guerra e che c’erano persone come Maria a lottare per la nostra libertà. 

Buona lettura, Jenny.

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Trama

Maria, nata per la libertà – Amalia Frontali

Una storia lontana, eppure ancora vicina nella memoria. 
Una donna la cui impresa ha segnato la vita di tante persone.


Un romanzo storico accurato, dalla voce di una nuova autrice di talento che ha saputo tratteggiare con maestria ed estremo rispetto la storia di uomini e donne che hanno fatto la Storia del nostro Paese. 


Aprile 1944: appesa ai cornicioni delle finestre, una donna fugge dalle finestre dell’ospedale Niguarda, a Milano. È Maria Peron, un’infermiera trentenne, nubile, che abita in un convitto di suore e non ha alcun interesse per la politica, né tantomeno per la lotta armata. 

Però è coraggiosa, affamata di libertà e la sua bussola morale è infallibile. Ricercata dai fascisti, prende una decisione che le cambierà la vita: salire sui monti della Valgrande e diventare una ribelle.
Maria trascorre un anno insieme ai partigiani e si spende senza riserve per prestare aiuto, senza mai imbracciare un’arma. 

Organizza un’infermeria e un presidio sanitario, si guadagna un grado da ufficiale e i galloni di chirurgo sul campo. 

Attraversa l’inferno della guerra, trovandosi testimone e protagonista di eventi drammatici e atti di ordinario eroismo e facendo i conti, giorno dopo giorno, con la propria coscienza. Infine incontra persino l’amore, a cui credeva di avere già rinunciato.


Nel pieno di una tragedia collettiva, Maria si scopre piena di risorse, pragmatica e coraggiosa, capace di ridisegnarsi sulle proprie esperienze restando coerente a se stessa.

Questa è la sua storia ed è una storia vera.

Maria, nata per la libertà – Amalia Frontali
Buona lettura, Jenny.

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