DUE CHIACCHIERE IN COMPAGNIA di Penelope Ward
INTERVISTA ITALIANO
Bentrovati readers, per la mia prima intervista, ho il piacere di avere come ospite l’autrice di Bestseller del New York Times Penelope Ward.
Prima di tutto grazie mille Penelope per la tua disponibilità, devo ammettere di essere rimasta piacevolmente sorpresa nel leggere il tuo messaggio. Dopo la recensione di The Crush ho avuto il desiderio di contattarti ed eccoci qua.
Io e le mie colleghe di Recensioni Young Adult, Jenny, Monica ed Eleonora, abbiamo alcune domande per te.
1.Parlaci un po’ di te, quando hai capito che avresti voluto fare la scrittrice?
Prima di tutto, grazie per avermi invitato. Ho iniziato a scrivere quando avevo circa 30 anni. A quel tempo, ero diventata una vorace lettrice di romanzi e ho deciso un giorno di provare a scrivere la mia storia. È stata sicuramente una delle migliori decisioni che abbia mai preso. Dopo aver pubblicato il mio primo libro, ho continuato e ora siamo a più di 30 libri in totale! Mi considero fortunata di aver trovato la mia vocazione nella vita “da grande”.
2.Com’è nata la collaborazione con Vi Keeland?
Vi e io ci siamo incontrate quando un paio dei nostri vecchi libri erano stati inseriti in un cofanetto. Siamo diventate buone amiche e un giorno ci è capitato di parlare di un’ipotetica storia. E poi credo di aver suggerito di provare a scriverla insieme. All’inizio non abbiamo detto a nessuno che stavamo scrivendo. Volevamo prima assicurarci che funzionasse e poi, una volta capito che avevamo una storia che avremmo pubblicato… L’abbiamo annunciato. Fondamentalmente, abbiamo iniziato a farlo per divertimento e non ci saremmo mai aspettate che si trasformasse nella grande collaborazione che c’è stata.
3.Spesso parli di argomenti molto toccanti, come la perdita di un genitore o la malattia, quanto metti della tua esperienza personale nei tuoi racconti?
Molto poco. Per fortuna, la maggior parte delle cose drammatiche e tristi nei miei libri non provengono da esperienze personali. Vengono dalla mia immaginazione 🙂 L’unica volta che ho davvero inserito qualcosa di personale è quando ho creato un personaggio secondario autistico, perché mia figlia è autistica.
Jenny chiede:
4.Il tuo primo libro che ho letto portava anche la firma di Vi Keeland: Ho imparato ad odiarti. La storia di Charlotte e Reed mi ha emozionato fino alle lacrime, perché avete scelto una tematica tanto dolorosa, quanto attuale, come la SLA?
La sclerosi multipla è una condizione cronica che colpisce tutti in modo diverso. (A volte viene confusa con la SLA, che è una malattia molto più grave e fatale). Ma è qualcosa per cui alle persone alle quali viene diagnosticata dà spesso un senso incerto del futuro. Alcune persone possono vivere molto bene con questa malattia, mentre altre incontrano più disabilità. Così il nostro personaggio stava davvero lottando con la paura del futuro più di ogni altra cosa, perché non sapeva come le cose sarebbero andate a finire in seguito. Alla fine del libro si ha un’idea di come la condizione influisca effettivamente su di lui.
5.Sei tutti I miei sbagli invece, è stato il primo che ho letto a firma singola, e trovato subito una similitudine con Ho imparato ad odiarti: la malattia del protagonista maschile. Perché anche in questo libro scegli di affrontare un tema così delicato, e perché è sempre l’uomo quello malato?
Ci sono stati anche personaggi femminili alle prese con questi problemi… Ma penso che quelli non siano i libri che ti è capitato di leggere 😉 Detto questo, nei romanzi, spesso un personaggio sta nascondendo qualcosa e le condizioni di salute sono qualcosa a cui penso che molte persone possano riferirsi. Bisogna anche creare un conflitto che sia significativo e non superficiale o artificioso. Penso che questo sia il motivo per cui si vedono le condizioni di salute gravi comparire spesso nei romanzi d’amore in generale.
Monica chiede:
6.Hai un rito prima di pubblicare il tuo romanzo?
Dopo che il libro è stato scritto, passo un paio di mesi a modificarlo e a prepararlo per la pubblicazione. Il giorno della pubblicazione, passo l’intera giornata davanti al computer ed è davvero molto stressante cercare di spargere la voce sull’uscita del libro. Ma una volta che il giorno della pubblicazione è finito, generalmente festeggio con un bicchiere di vino e faccio un respiro profondo 🙂
7.Faranno mai dei film sui tuoi romanzi?
Ovviamente lo spero. Niente di definito ancora 🙂 ma sarebbe un sogno che si avvera per qualsiasi autore.
Eleonora chiede:
8.Tra tutti i libri che hai scritto in passato c’è qualcuno che oggi, a distanza di anni con l’esperienza che solo il tempo ti da, scriveresti in maniera diversa? Se si, perché?
Penso che ci siano piccole cose che cambierei in ogni libro se potessi tornare indietro, ma in realtà a pensarci troppo ti fa impazzire. Una volta che un libro è finito e pubblicato, in realtà cerco di non guardare indietro, ma piuttosto di passare alla storia successiva, poiché penso che se si guarda attentamente ogni libro, si possono sempre trovare cose che si potrebbero cambiare. A quel punto è davvero troppo tardi, quindi è meglio non rimuginarci sopra.
9.So che per una scrittrice i propri personaggi sono un po’ come dei figli: ce n’è uno in particolare (tra quelli maschili) al quale sei più legata e di cui ti piacerebbe scrivere ancora in futuro?
Siamo giunti ai saluti, ringraziandoti per averci dedicato il tuo tempo e sperando di averti di nuovo presto come nostra ospite, lo staff di Recensioni Young Adult ed io, ti auguriamo buona fortuna per i tuoi prossimi romanzi.
Grazie mille per avermi invitato e grazie per sostenere i miei libri!
Rita
INTERVISTA INGLESE
Welcome readers, for my first interview, I am thrilled to have as guest the New York Times Bestselling author Penelope Ward.
First of all, thank you so much Penelope for being here today, I must admit I was pleasantly surprised to read your message. After your review of The Crush I had the desire to contact you and here we are.
My colleagues of Recensioni Young Adult Jenny, Monica and Eleonora and myself, have a few questions for you.
1.Tell us a little bit about yourself, when did you know you wanted to be a writer?
First of all, thank you for having me. I started writing when I was in my mid-30s. At the time, I had become a voracious reader of Romance and decided one day to try my hand at writing my own story. It was definitely one of the best decisions I’ve ever made. After I published my first book, I kept going and now we are at over 30 books total! I consider myself lucky to have found my calling later in life.
2.How did the collaboration with Vi Keeland come about?
Vi and I met when a couple of our older books were in a box set together. We became good friends after that and one day we just happened to be talking about a hypothetical story. And then I think I might’ve suggested that we try writing it together. At first, we didn’t tell anyone we were writing. We wanted to make sure it worked out first and then once we realized that we had a story that we were going to publish… We announced it. Basically, we started out doing it for fun and never really expected it to turn into the great partnership that it has.
3.You often talk about very touching topics, such as the loss of a parent or illness, how much of your personal experience do you put into your stories?
Very little. Thankfully, most of the dramatic and sad things in my books don’t come from personal experience. They come from my imagination 🙂 The only time that I’ve ever really incorporated something personal is whenever I create an autistic side character as my daughter has autism.
Jenny asks:
4.Your first book that I read is Hate Notes, that you wrote with Vi Keeland: the story of Charlotte and Reed moved me to tears, why did you choose such a painful, yet topical theme as ALS?
Multiple sclerosis is a chronic condition that affects everyone differently. (It’s sometimes confused with ALS which is a much more severe and fatal disease.) But it’s something where people who are diagnosed with it often have an unsure sense of the future. Some people can live very good lives with it and others encounter more disability. So our character was really struggling with fear of the future more than anything else because he did not know how things were going to play out later. By the end of the book you get a sense of how the condition actually affects him.
5.Neighbor Dearest on the other hand, was the first one I read with a single signature, and I immediately found a similarity with Hate notes: the illness of the male protagonist. Why do you choose to tackle such a delicate theme in this book as well, and why is it always the man who is sick?
I’ve had female characters struggling with those issues as well… I think those just aren’t the books that you happened to have read 😉 That said, in Romance, often times a character is hiding something and health conditions are something I think that many people can relate to. You also have to create a conflict that’s meaningful as opposed to shallow or contrived. I think that’s why you see serious health conditions pop up often in Romance novels in general.
Monica asks:
6.Do you have a ritual before publishing your novel?
After the book is written, I spend a couple of months editing it and getting it ready for publication. On the day I actually hit publish, I spend the entire day in front of the computer and it’s actually very stressful trying to get word out about the book release. But once the release day is over, I generally celebrate with a glass of wine and take a deep breath 🙂
7.Will they ever make movies out of your novels?
I certainly hope so. Nothing set in stone yet 🙂 but that is a dream come true for any author.
Eleonora asks:
8.Of all the books you have written in the past, is there any that you would write differently today, years later with the experience that only time gives you? If yes, why?
I think there are small things that I would change in every book if I could go back, but it actually will drive you crazy if you think about it too much. Once a book is finished and published, I actually try not to look back but rather just move onto the next story, since I think if you look closely at any book…You can always find things you might change. And by then it’s really too late so best not to dwell on it.
9.I know that for a writer, all the characters are a bit like her children: is there one in particular (among the male ones) to whom you are most attached and of whom you would like to write more in the future?
I don’t typically like to write more about my characters once they have had a happy ending. Because I feel like then you sometimes ruin it by going back and shaking things up when the happily ever after probably should’ve been left alone. So I tend not to go back to older characters and give them more books. But I’m particularly attached to Damien from Neighbor Dearest and Elec from Stepbrother Dearest. 🙂
We’ve come to the goodbyes, thanking you for taking the time for this interview, and hoping to have you again as our guest soon, the Recensioni Young Adult Staff and I wish you the best of luck with your upcoming novels.
Thank you so much for having me and thank you for supporting my books!
Rita