Shirley – Susan Scarf Merrell, RECENSIONE

Cari readers, oggi vi parlerò del libro “Shirley” dell’autrice americana Susan Scarf Merrell.

Sicuramente alcuni di voi, come la sottoscritta, avranno già sentito nominare questo titolo o gli appassionati di cinema, avranno visto il film tratto da questo romanzo ed uscito nel 2020 con Elisabeth Moss nei panni della scrittrice americana Shirley Jackson morta nel 1965.

Il libro, pubblicato negli USA nel 2014 e in uscita oggi in Italia, edito da Nua con la magistrale traduzione di Chiara Messina, racconta in un intreccio tra finzione e realtà, della vita degli scrittori Shirley Jackson e Stanley Hyman, vissuti in prima persona dalla giovane Rose Nemser e dal marito Fred nel freddo del 1964.

“Eravamo dei poveri in città, il che significava che ero stata invisibile ogni singolo giorno della mia giovane vita. Invisibile per strada, a scuola, a casa.”

Le pagine di “Shirley” uniscono fatti realmente accaduti e documentati dalla Scarf Merrell con rimandi ai romanzi e ai saggi scritti dai coniugi Jackson-Hyman, ai personaggi inventati Rose e Fred che vissero nella loro casa di Bennington, nel Vermont, per un breve periodo. Questo libro non esalta solo il carattere ruvido di Shirley ma racconta l’amore in ogni sua sfaccettatura, fino ad arrivare a quello morboso, torbido, quasi malato.

“Se Shirley si era affezionata a me, immagino, in parte era proprio perché anch’io avevo dimostrato di apprezzare quelle donne. 

Ancora oggi sono consapevole della loro importanza, del loro insegnamento, ovvero che un’avventura può cominciare quando meno te lo aspetti e che persino la più insignificante delle decisioni – destra o sinistra – può cambiare la vita in un attimo. Che le amicizie, anche le più solide, non sempre sopravvivono.”

Quando la diciannovenne Rose, si trasferisce presso gli Hyman con il marito, incinta della prima figlia, non ha ancora capito veramente il senso della parola amore. 

Ha sì un marito che tiene a lei, ma non si è mai sentita veramente parte di una comunità, di una famiglia e, per la prima volta, il rapporto crescente con Shirley la porta ad esplorare attraverso l’accesso alla biblioteca privata della casa, luoghi della mente e non solo fino a quel momento inesplorati. 

Momenti che la portano perfino a farla dubitare se tutto quello vissuto fino a quel momento, tra quelle mura, sia reale o semplicemente un incantesimo.

“Demonio o falegname? L’amore non ci dà altro che la fede, e l’unico modo che abbiamo per esprimerlo è attraverso il lavoro. Sì, vale anche per Shirley. Le faccende domestiche e la scrittura erano atti d’amore.”

Capitolo dopo capitolo sono stata intrappolata in una trama sempre più fitta, uno psycho-thriller che alla fine mi ha lasciato molti spunti sui quali riflettere. 

Amore, Amicizia, Magia, Morte… Battuta dopo battuta tutto verrà messo in discussione. Siete pronti a farlo anche voi?

Buona lettura.
Rita