Possession. Provare ad amarsi – Penelope White, RECENSIONE

Salve readers, il libro di cui vi parlo oggi l’ho finito in una notte, ma non ho scritto subito la recensione perché avevo bisogno di “digerirlo”, di assimilarlo, ma così facendo ho rischiato di dimenticare di scriverla…ops!

Non vi ho detto di che libro parlo? tranquill⁕, ora ve lo dico, sto parlando del secondo volume di Possession: Provare ad amarsi, di Penelope White.

Possession: Provare ad amarsi è la seconda parte della storia di Anna e Alessandro. 

Se nel primo volume abbiamo vissuto in prima persona i sentimenti e le emozioni di Anna, in questo secondo volume abbiamo modo di conoscere meglio Alessandro. 

Questo è il quarto o quinto libro della White che leggo, ma ogni volta riesce a stupirmi, riesce a darmi qualcosa in più. 

Ha la rara capacità di trattare tematiche importanti, spesso scabrose, con tatto, delicatezza e cognizione di causa, grazie alle attente ricerche che fa sugli argomenti di cui scrive.

E sto per ribattere più incazzato di prima quando vedo Michael fare un cenno verso di noi e attraversare l’intera sala. 

Poco distante da lui, giusto una manciata di passi, una ragazza lo segue a testa bassa. 

Un elegante abito nero le ricade, perfetto, sino ai piedi. Sembra sfilare come una modella, con la differenza che il mento non è sollevato, non guarda fiera davanti a sé, ma punta esattamente alla porzione di marmo che calpesta ad ogni passo.

Possession: Provare ad amarsi, ci racconta come si evolve la storia tra Anna e Alessandro. 

Sappiamo già dal primo libro del profondo gap generazionale tra i due, sappiamo già delle abitudini sessuali di lui e delle necessità di lei, in questo nuovo libro approfondiamo l’indole e i bisogni di Alessandro.

-Ed io che pensavo di essere ancora l’uomo autoritario e maturo tutto d’un pezzo che hai sempre apprezzato. Mi vedi come un coniglietto da rassicurare, ora?

Un nuovo sorriso a dipingermi le labbra.

-Ti vedo come un uomo e basta. E ora vai a letto, prima che perdo la pazienza e debba venire lì a punirti.

Mi scappa una risata, stavolta miscelata a un nuovo grido di sfuriata di Ambra, dal piano di sotto.

-Sono tollerante, stanotte. Sei davvero una donna fortunata.

-Sono una donna fortunata perché ho te accanto.

Questo volume mi ha mostrato come l’indole a volte sia più forte di qualunque desiderio, più forte della voglia di Alessandro e Anna di costruire qualcosa insieme, più forte della voglia di cambiare. 

Il bisogno che sente di dominare la mente delle donne è più forte di tutto, anche del suo bisogno di possederne il corpo.

-È solo triste e si sente solo.

-Se non permette a nessuno di stargli vicino, è così che rimarrà- affermo secca e sincera. -Quando Ambra mi ha detto che non sarei potuta andare neppure in ospedale, perché lui non voleva vedere nessuno, ho capito che a quell’uomo non è il sostegno ciò che serve.

Non so come spiegarvelo, ma ho sentito con lui una connessione maggiore di quella che ho avuto con lei. 

Il suo modo di fare, il suo mondo nascosto, i suoi segreti, le sue stesse fantasie, tutto di lui mi ha affascinato, forse anche io sono un po’ innamorata di lui. 

Ha anche fatto un sacco di cose per le quali lo avrei preso a sberle, ma in fondo, a libro finito, ho capito le sue motivazioni e le ho anche accettate, in fin dei conti lui è quello: o lo ami o lo odi. 

Forse vi sembro pazza, ma nonostante tutto, nonostante il suo modo di essere e i tanti errori che commette, io lo adoro.

La scrittura di Penelope è così ricca di emozioni, così fluida, così attuale, che ogni libro è un’esperienza. 

I romanzi della White non hanno mai un finale scontato, facile, un lieto fine stile favola, ma ricalcano la realtà ed è una delle peculiarità che più amo del suo stile: crudo e realistico, sempre. 

Ora non so cosa altro rivelarvi senza rischiare lo spoiler; quindi, vi invito a scoprire il resto coi vostri occhi, e vi auguro solo buona lettura, Jenny.