Condividi sui Social
DUE CHIACCHIERE IN COMPAGNIA di Liliana Onori

DUE CHIACCHIERE IN COMPAGNIA di Liliana Onori

Benvenuta a Liliana Onori, grazie per essere qui con noi e di condividere con noi tempo e pensieri.

Per prima cosa raccontaci qualcosa di te

Questa domanda mi mette sempre in difficoltà perché io mi considero una persona molto banale quindi ho sempre paura che anche la risposta risulti altrettanto banale. Cmq posso dirti che sono di Roma e che lavoro da più di dieci anni in una biblioteca, mi piace tantissimo leggere, sono capace di leggere anche un libro idi 400p in un giorno s emi ci metto, sono una cinefila sfegatata soprattutto del genere horror, mi piace ovviamente viaggiare (prediligo i viaggetti low cost così posso vedere più posti) e per alcuni anni ho praticato la Kick Boxing che poi ho dovuto lasciare perché la sopportazione del mio corpo alle lesioni era arrivata al limite ahahaha Sogno di essere una scrittrice da sempre, è il mio sogno e con questo penso di essermi riassunta nell’essenziale 😉

Quando è nata la passione per la scrittura?

Io dico sempre che la mia passione per la scrittura non è nata in un momento specifico. Scrivere non è la mia passione è la mia natura. E’ come quando hai fame o sonno, è un bisogno biologico a cui non puoi opporti e per me scrivere è così. io sono biologicamente ”costretta” a scrivere altrimenti mi sento come se non mangiassi da 10 giorni o come se avessi la nausea… è difficile da spiegare e forse anche da capire, mi rendo conto, però è davvero così che mi sento. Io sto davvero bene solo quando scrivo.

Hai una scrittura veramente piacevole da leggere, qual è stato il tuo percorso come scrittrice?

Io ho iniziato a ”scrivere” ancora prima di imparare a farlo nel senso che finchè non sono andata a scuola creavo storie e le raccontavo a voce usando ritagli di giornale che davano vita ai personaggi. Poi appena ho imparato scrivevo raccontini di ogni genere, spesso anche dei fantasy per i miei compagnetti delle elementari. Il mio primo verso passo da ”scrittrice”, se lo vogliamo chiamare così, è stato partecipare ad un concorso letterario col mio primo romanzo Ritornare a casa che arrivò primo e vinse la pubblicazione. Anni dopo, per un caso di fortuna, grazie a mio nonno soprattutto, ho conosciuto una ragazza che lavorava per la casa editrice Librosì Edizioni a cui mio nonno portò il manoscritto di Come il sole di mezzanotte e che lo trovò perfetto per la pubblicazione. Dopo quello, ho pubblicato Ci pensa il cielo sempre con loro che poi vollero rieditare #e pubblicare di nuovo Ritornare a casa. Ad un certo punto, la Librosì mi propose di aprire una rubrica letteraria sul loro blog e così è nato #LillyKnowsItBetter, uno spazio in cui parlo di film e libri e di tutte le emozioni che mi suscitano. Abbiamo anche raccolto il primo anno della mia rubrica in un’antologia che si intitola Di testa e di petto. La rubrica è ancora attiva e ancora mi ci dedico con un articolo una volta al mese. Ne vado molto fiera, ha molto successo, le persone la leggono e i riscontri sono sempre più belli quindi spero di poterla tenere ancora ancora per tanto tempo.

Cosa consiglieresti a chi decidesse di intraprendere questo percorso?

Un consiglio giusto secondo me è di leggere e studiare tanto perchè per poter scrivere bisogna conoscere la grammatica e la sinonni e compagnia bella e bisogna studiare attentamente qualsiasi argomento di cui si voglia parlare, è fondamentale proprio. Poi, per le fasi finali, consiglio di informarsi bene sulla casa editrice che propone il contratto di pubblicazione perchè spesso sono solo copisterie; una casa editrice seria, fosse anche in autopubblicazione, comunque fornisce servizio di editing e cura la pubblicità del testo. L’ultimo vero consiglio che vorrei dare, se possiamo definirlo consiglio, è di non mollare mai perchè se anche dovesse andare male e nessuna casa editrice volesse i nostri romanzi, noi dobbiamo continuare a crederci sempre perchè i sogni non si abbandonano!

Dove prendi ispirazione per scrivere?

L’ispirazione prende vita da sé, anche se può sembrare sciocca come risposta. Spesso mi nasce un’idea in testa, ci resta per un po’ di tempo, ci rimugino e rimugino sopra e quando ce l’ho bella chiara e definita in testa allora arriva da sé anche il momento di iniziare a scriverla.

Hai qualche rituale che metti in atto quando scrivi?

Ne ho solo uno: metto la cuffiette nelle orecchie, mando in loop il main theme de Le regole della casa del sidro e scrivo finchè ce la faccio. Non so perchè quella canzone mi faccia quest’effetto, eppure è l’unica melodia che mi allinea sempre con quello che sento dentro quando scrivo.

Avevo già letto e adorato Come il sole di mezzanotte, quando ho scoperto che Ci pensa il cielo era una sorta di seguito-non seguito del primo libro sono rimasta felicemente sorpresa. Ho molto apprezzato questa tua scelta: pur essendoci stato il lieto fine per Anna e William, per me era rimasto in sospeso il lieto fine per Julian. Da cosa è nata questa scelta di dare un seguito ai personaggi del primo libro anche se non sono i protagonisti di Ci pensa il cielo?

In realtà la scelta è nata perchè, proprio come te, molte persone sentivano come se Julian non avesse avuto un finale e così ho deciso di darglielo. Per lui, per voi e anche per me, ovviamente. Sono molto felice di averlo scritto questo romanzo.

So che hai approfondito il tema suffragette prima di scriverne. E’ un tema importante e vasto. Con il “senno di poi” c’è qualcosa che avresti voluto inserire e magari non hai citato?

Beh, penso di aver inserito gli accadimenti giusti nei momenti giusti. Come dici tu, ho fatto moltissima ricerca, ho letto libri, saggi e visto alcuni film a tema e se avessi inserito scene extra secondo me avrei appesantito il racconto. Il movimento è protagonista della storia ma non come i personaggi. E’ collante che li tiene insieme, il campo su cui di muovono, ma non è il protagonista.

Da cosa è nata la scelta di scrivere proprio di questi temi così importanti e attuali?

Veramente è stato un caso di date nel senso che una volta deciso che la protagonista sarebbe stata Hope, la figlia di Anna, il periodo storico della sua adolescenza coincideva proprio col movimento delle suffragette e a quel punto la storia si è scritta da sè.

Nel libro sono presenti alcune scene forti, in cui abbiamo veri e propri abusi di potere e abusi fisici nei confronti di un personaggio soprattutto. Sono consapevole, da lettrice, che sono scene indispensabili e importanti nella trama, ma dal tuo punto di vista di autrice è stato difficile scrivere queste scene?

No, per niente, anzi… le scene forti danno movimento alla storia, spesso sono colpi di scena, aiutano a caratterizzare meglio i personaggi e a empatizzare con loro, nel bene e nel male.

Tutti i tuoi personaggi sono molto ben definiti e durante i vari capitoli vediamo che tutti hanno una loro crescita personale. Sono maturati con te mentre scrivevi, prendendo forma e carattere con il passare delle pagine, o avevi già in mente quale era il loro punto d’arrivo?

In linea generale, io so da ancora prima di iniziare a scrivere quale sarà l’evoluzione di ogni personaggio anche se qualche scena o accadimento può variare in corso d’opera se mi viene in mente di aggiungere un episodio ma di base fanno tutti la fine che volevo all’inizio ahahahaha

Mi sembra che questo volume non lasci in sospeso nulla, ma ci sarà comunque un terzo volume legato agli altri due libri?

Per un certo periodo, ho pensato di scrivere qualcosa su una delle figlie di Hope e Jude ma poi ho abbandonato l’idea. Però non si può mai dire, magari un giorno mi verrà di nuovo di raccontare della famiglia Donnelly e di tutti quelli che le sono più o meno legati.

 

Al momento hai dei progetti in corso di cui puoi dirci qualcosa?

Per ora ho solo la mia rubrica sul blog, nessun romanzo.

Ti piacerebbe sperimentare anche altri generi oltre al romance? Invece un genere che proprio non potresti mai scrivere?

Mi sarebbe sempre piaciuto scrivere un giallo, un thriller e anche un horror e c’ho anche provato ma cado sempre invece nei soliti clichè del romance quindi ho lasciato stare.

Liliana ti ringrazio tantissimo per la disponibilità, c’è qualcosa che vorresti aggiungere prima di concludere la nostra intervista?

Veramente sono io che voglio dire grazie a te e alla vostra pagina. Per me significa molto che qualcuno voglia sapere di me e dei miei romanzi oltre la semplice pagina scritta.

Grazie ancora a nome mio e dello staff di Recensioni Young Adult per la tua disponibilità.

Simona.

DUE CHIACCHIERE IN COMPAGNIA di Liliana Onori

Ci pensa il cielo – Liliana Onori