Ribelle quasi per caso – Nicole Snow, RECENSIONE

Ciao a tutti.

Oggi voglio parlarvi di un libro che mi ha tenuto compagnia in queste giornate calde.

Si tratta di Ribelle quasi per caso di Nicole Snow.

In realtà è una serie ma i vari libri sono autoconclusivi.

Protagonisti di questo volume sono Miller e Gwen.

Il modo in cui i due si conoscono è davvero suggestivo.

Miller sta fuggendo da una situazione davvero pericolosa e attraversa vari stati per mettere al sicuro i suoi figli e sé stesso. 

Ed è proprio in questa occasione che conosce Gwen, lei lavora come assistente legale presso uno studio, ma il titolare diciamo che si occupa anche di lavoretti extra.

Gwen si trova immischiata in questa nuova situazione senza saperlo.

Il suo capo le fa una proposta che lei non può davvero rifiutare.

Deve ospitare Miller e i suoi due bambini per qualche giorno.

All’inizio la risposta di Gwen è negativa, ma la dolcezza dei due bambini e la presenza di Miller la fanno presto capitolare, anche aiutati dalla promessa di un bel po ‘ di soldi facili.

 

«Non sia così sorpresa. Le stacco subito un assegno se vuole che metta i soldi dove il mio…».

Scuoto la testa e sollevo una mano per interromperlo. «No, se lo scordi».

<«<Bene, allora in contanti!», dice con tono più brusco. «Non appenaavrà dato il suo consenso, le verrà pagato in contanti l’importo esatto per i servizi resi. Nessuno scherzo, nessun giochetto, complicazione. 

estremamente nessuna

Un’offerta generosa, Signorina Courtney. Che ne dice?».

Respiro sbuffando. «Dico che la mia risposta è ancora no. Non intendo farlo».

Si fa scuro in volto. Apre la bocca ma lo fermo.

«<E non si azzardi a licenziarmi in tronco. Anche se è il mio principale, non può costringermi ad accettare un lavoro così lontano dalle mie mansioni. Una cosa è chiedermi di sgobbare sullo stupido computer dove registra i suoi “lavori extra”, anche se a stento sono in grado di sostituire un disco rigido. Ma obbligarmi ad aprire la mia casa a estranei è contro ogni legge vigente sul lavoro. Una violazione della privacy enorme».

 

Ovviamente Manny, il suo capo non è affatto sincero con lei. Ma è davvero convincente e riesce a fare leva sulla sua decisione.

<<Non la costringerei mai a fare qualcosa che non vuole o che possa violare il suo senso etico personale», dice. «Ho semplicemente immaginato che non le sarebbe dispiaciuto dare una mano a questo uomo. È una persona onesta, sa. Una specie di eroe. Un informatore. Ha solo bisogno di un posto sicuro dove stare con i suoi nanerottoli, fino a quando non sarà arrivato il momento per lui di prendere il volo e rivelare le sue fonti. Un posto dove non dovrà pensare in continuazione a spararsi alla nuca».

 

Descrive Miller come un informatore che ha bisogno di un posto sicuro per qualche tempo fino a quando la situazione non si sarà stabilizzata.

La realtà è ben diversa e decisamente più complicata.

Aprendo la porta, si acciglia appena e dice: «Oh, un’altra cosa…dobbiamo chiamarti mamma? O è troppo strano?».

Del ghiaccio mi scorre lungo tutta la schiena e mi inchioda, come congelata. «Mamma?»

«No, scemo!», gli dice Lauren. «È nostra mamma solo per finta, non ricordi? La moglie per finta di papà».

Moglie?

Mi sento male.

Sono vari i dettagli che Manny dimentica di dire a Gwen per convincerla, tra cui il fatto che lei dovrebbe far finta di essere la mamma dei due splendidi gemelli di dieci anni e di conseguenza la moglie dell’uomo più sexy che abbia mai visto.

Da cosa scappa Miller? Riuscirà l’attrazione che Gwen e Miller a restare sopita? Miller riuscirà a portare a termine la sua missione? Gwen si farà coinvolgere?

Cosa ci fa una famosissima autrice di libri rosa a casa loro?

Tra inseguimenti, giornate in piscina e notti bollenti Gwen e Miller ci racconteranno la loro storia.

Ho letto con piacere questo libro pieno di suspense e avventura, dolcezza e sesso bollente, è davvero un mix di emozioni e non vedevo l’ora di scoprire se i cattivi riuscissero a farla franca o meno.

Ho adorato i due bambini che sono davvero dolcissimi.

Buona lettura.

Terry.