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Recensione: Ti odio ma ti amo di più - Anna Premoli

Titolo: Ti odio ma ti amo di più 

Autrice: Anna Premoli 

Casa Editrice: Newton Compton Editori

Genere: romance, narrativa contemporanea

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TRAMA

Per Ian e Jenny St. John oggi è un giorno speciale perché è il loro decimo anniversario di matrimonio. Nonostante gli obblighi lavorativi e quelli familiari, in questa data così importante la coppia cerca sempre di ritagliarsi del tempo per loro due soli. E anche quest’anno non sarà da meno. Una volta lasciati i due figli, Alex e Max, dai nonni materni, ha inizio il loro romantico weekend. Per Jenny è una sorpresa perché Ian, che ha organizzato questa mini vacanza, almeno per una volta l’ha volutamente mantenuta all’oscuro di tutto. Ma appena atterrati a Glasgow iniziano i primi imprevisti e il weekend si preannuncia un’avventura più che un rilassante e romantico break dalla frenesia della quotidianità. Maggie sarà in grado di condurli fino all’isoletta di Pladda, una piccolissima isola a sud della più grande isola di Arran, dove li aspetta una notte in un grande faro? La notte al faro sarà così dolce e romantica come entrambi si aspettano? Filerà tutto liscio al castello di Brodick o i due fantasmi che lo abitano terranno svegli i due piccioncini? E soprattutto, questi imprevisti riusciranno a scalfire l’amore (e i nervi!) di questa finora indissolubile coppia?

RECENSIONE

Bentornati book lovers!

Prima di iniziare a raccontarvi di Ti odio ma ti amo di più di Anna Premoli, edito da Newton Compton Editori, occorre fare una premessa. E’ un sequel. E io lo scopro solo a pagina 8, quando mi accingo a leggerlo. Ora, sarà uno di quei libri che se anche non hai letto il primo (Ti prego lasciati odiare, tra l’altro autoprodotto dalla scrittrice stessa nel 2012 e successivamente pubblicato in cartaceo da Newton Compton Editori nel 2013 visto il successo ottenuto sul digitale), riesci lo stesso a capirne la trama e ad entrare nel mood dei personaggi? O si è persi e spaesati perché lo senti che, man mano che le pagine scorrono, ti manca un pezzo? Questo è quello che penso prima di iniziare il primo capitolo. Cosa faccio, abbandono e mi metto a leggere Ti prego lasciati odiare? O ci provo e comincio? Questo lo scoprirete solo alla fine di questa recensione!

Perdonatemi il lungo preambolo ma era doveroso, soprattutto nei confronti di chi si troverà nella mia stessa situazione. Detto ciò, siamo a Londra ai giorni nostri, ma ci stiamo veramente poco perché si vola quasi subito verso la bellissima Scozia, dove si svolge praticamente tutta la storia. Il quadro è da famiglia perfetta: felicemente sposati e con due figli, lei avvocato fiscalista di successo, lui un nobile, per la precisione un marchese, che alla morte del nonno, il duca St. John, si vede costretto ad abbandonare il mondo bancario per gestire e amministrare il vastissimo patrimonio di famiglia. Il weekend in Scozia, di cui la scrittrice ci descrive alcuni scorci bellissimi e affascinanti, diventa la scusa per fare un bilancio della loro storia, attraverso allegri imprevisti che danno al racconto quel pizzico di divertimento che ti invoglia a leggere la pagina successiva.

Il pov è in prima persona alternata, un pò Ian e un pò Jenny. E’ facile capire chi è il narratore del capitolo perché i capitoli si intitolano proprio con il nome di uno dei due personaggi. I protagonisti, dotati entrambi di grandissima ironia, sono ben descritti e rispecchiano le rispettive professioni: inquadrata e rigida Jenny, romantico e sempre positivo Ian. Jenny si descrive come “una vegetariana con parenti anti-monarchici”, il che la dice lunga sul rapporto tra le due famiglie. E ancora:

“sono una maniaca dell’organizzazione, lo confesso. Devo sempre sapere in anticipo quali sono i programmi (e anche i fuoriprogramma, se è per quello)”.

E questa informazione è fondamentale per capire che non sarà affatto contenta della sorpresa che le ha fatto Ian.

Auto-descrizioni così esplicite e dirette non ne ho invece trovate da parte di Ian. Si capisce però che sia lui il romanticone della coppia, anche solo per la cura che ci mette a rendere indimenticabile per Jenny quello che a loro insaputa diventerà “una follia di weekend”. 

Ti odio ma ti amo di più ha un linguaggio molto semplice e diretto, mai volgare; si legge molto velocemente, sia perché la scrittura è scorrevole, i dialoghi veloci e tempestivi, senza troppe divagazioni, sia perché é piccolino: solo 120 pagine.

E’ come se la scrittrice avesse voluto regalare ai suoi fedeli lettori uno spaccato della vita di questa coppia 10 anni dopo la loro prima apparizione editoriale. Per questo trovo che la lunghezza del libro sia consona allo scopo. Non ci sono altri personaggi principali all’infuori di Ian e Jenny, anche perché non ci sarebbe stato tempo per svilupparli… fatta eccezione per Maggie, di cui non vi dico altro!

Il titolo è solo un riferimento al primo libro (dove magari dell’odio c’è stato), perché tra i due protagonisti l’odio è veramente l’unica emozione che non potranno mai provare l’uno verso l’altro. Ti odio ma ti amo di più offre invece spunti di riflessione su come si evolve l’amore in una coppia dopo tanti anni di matrimonio e su come vada vissuto affinché rimanga sempre vivo. Come questi pensieri di Jenny:

“Sai, per quanto uno possa considerarsi con i piedi per terra e realista, la verità é che non sa bene a cosa va incontro quando si lega a un’altra persona per tanti anni. Ci si illude di sapere, ma francamente si é troppo presi dalla propria coppia per comprendere che poi dovrà trovare un modo per funzionare e stare al mondo inserita in un contesto che non sarà sempre facile”.

“Quando stiamo insieme, lontano da tutti e tutto, non desidero nient’altro. Forse, alla fine, è questo il segreto del grande amore: non cerca di cambiarti affatto, ma amplifica quello che sei, fino a farti diventare la migliore versione possibile”.

E adesso ve lo dico. No, non l’ho abbandonato per andare a leggere il primo volume e sì, potete leggerlo anche senza aver necessariamente letto Ti prego lasciati odiare (anche se penso che a breve lo leggerò perché sono curiosa!).

Buona lettura, Arianna

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