Titolo: Un van per due
Autrice: Monica Brizzi
Genere: contemporary romance, forced proximity, enemies to lovers
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TRAMA
Gaia, 30 anni, è una camperista un pò hippy, nonché famosa blogger, che racconta sul web e attraverso la carta stampata la sua vita da nomade, le sue avventure e le sue scoperte viaggiando per l’Italia e l’Europa a bordo del suo van camperizzato. Thomas, 34 anni, è un brillante pubblicitario, abita e lavora a Milano e la sua vita è uno stereotipo: lavoro, promozione, soldi, appartamento, fidanzata, matrimonio. Due persone completamente agli antipodi che per motivi completamente diversi si ritrovano a dover partecipare al programma televisivo “Un camper per due”, un docu/reality che ha lo scopo di raccontare la dinamica di una vita a due dentro una piccola scatola su ruote, viaggiando per due mesi in giro per il Sud d’Italia, ripresi (quasi) h24 dalle telecamere della trasmissione. Ogni coppia è formata da un camperista e uno “stanziale” e guarda caso una coppia è composta proprio da Gaia e Thomas. Fin dal primo incontro è guerra aperta: tanto lei è contenta di questo progetto quanto lui vorrebbe essere da tutt’altra parte: si è visto costretto a partecipare per ottenere una promozione, odia stare in televisione, non aspira a diventare famoso dopo questo programma e detesta tutto quello che riguarda lei e il suo van. Come andrà la convivenza forzata in un luogo che può a stento ospitare una persona? Thomas saprà adattarsi alla vita da nomade e, soprattutto, a Gaia? O darà il meglio di sé per rendersi insopportabile? E soprattutto, saprà resistere al fascino di una vita fatta di libertà e leggerezza, fuori dagli schemi, a cui forse, sotto sotto, ha sempre aspirato?
RECENSIONE
Bentornati book lovers!
Cominciamo subito col dire che a tutti gli amanti dei van camperizzati questo libro piacerà molto. Se poi sognate di farne la vostra casa e girarci l’Italia, avrete fatto centro. Chi invece è uno stanziale come me (e Thomas), troverà il tutto abbastanza surreale e folle, pur a tratti simpatico.
Ambientato al giorno d’oggi, Un van per due, scritto da Monica Brizzi ed edito da More Stories, ci fa visitare le più belle località del Sud d’Italia, passando per Basilicata, Campania e Puglia, finendo in Abruzzo e sul Gran Sasso. Le descrizioni non sono tantissime ma i dettagli, i colori e i profumi raccontati abbastanza poeticamente da Gaia bastano per farci immergere nelle località visitate volta per volta.
Il pov è in prima persona alternato, un capitolo Gaia e un capitolo Thomas, che raccontano la stessa scena ognuno dal suo punto di vista. Il linguaggio è colloquiale, spontaneo, e la scrittura semplice e scorrevole, quasi mai noiosa a parte qualche reiterazione di troppo su quanto sia bello lui o quanto sia bella lei, lui/lei è sempre nei miei pensieri etc…. che sia ben chiaro, sono anche piacevoli ma non è necessario ripeterlo all’infinito una volta che il concetto è stato chiaramente espresso. Avrei apprezzato invece qualche parola di più sul programma e le dinamiche del gioco, che forse gioco non è perché nessuno ha vinto niente, se non una nuova visione d’insieme della vita e delle sue priorità. E qualche descrizione in più sulle altre coppie partecipanti avrebbe arricchito un pò il racconto.
A mio parere, l’aspetto più simpatico del libro sono la positività, la solarità e la freschezza di Gaia. Cerca di vedere del buono (e del bello) in Thomas e presto si accorgerà che questo ragazzo, che ama esprimersi in mugugni, non è chi vuol fare credere di essere e, peggio ancora, arriverà a scompigliare pericolosamente la sua vita.
Thomas parte quasi come la componente antipatica del racconto, così fermo nelle sue convinzioni convenzionali, e viene fuori poco per volta, fino a stupire il lettore rivelandosi, per certi aspetti, ancora più profondo e sentimentale di Gaia.
Un van per due è la descrizione di due mondi opposti che si scontrano e s’incontrano per insegnarci che gli stereotipi, in questo mondo, vanno combattuti. In questo la scrittrice ha centrato in pieno il personaggio di Gaia. Gaia è la persona che ti aspetti di veder scendere da un mezzo come un piccolo van camperizzato; gli occhi di Thomas sono gli occhi di tutti noi:
“La ragazza che viene verso di me è carina, ma ha l’aria di una che si potrebbe incontrare a un ritrovo nostalgico di fricchettoni… Ovunque si muovono braccialetti, collane, cavigliere e orecchini. Ha addirittura qualcosa nella massa incolta di capelli castani che le scendono aggrovigliati sulle spalle, delle perline dorate che le stringono alcune ciocche.”
Ma Gaia è hippy solo nell’aspetto, come Thomas è solo apparentemente un noioso e inquadrato carrierista della city. Esteticamente si piacciono quasi subito (anche se Thomas lo nega a sé stesso), ma di testa no, sono troppo lontani, salvo poi scoprire che i motivi che portano entrambi a comportarsi e pensare in un determinato modo sono legati a un passato sofferto, ingombrante e quasi mai felice. Entrambi stanno scappando: lei dal dolore che le provoca una vita senza famiglia e senza amore; lui dalla paura che prova quando sente il bisogno di voler cambiare la sua vita stazionaria:
“Non riesco a pensare ad altro, che la vita che faccio ho iniziato a odiarla, che lo schema a cui mi sono costretto mi sta stretto. Che dei soldi mi importa sempre meno e che mi manca la sensazione di libertà, il tempo per essere, non solo per sopravvivere, ma non so come farlo, perché non ci riesco nemmeno con me stesso.”
La convivenza forzata li porterà a un certo punto ad ammettere di avere obiettivi comuni e a rendersi conto di piacersi sempre di più. Ma proprio per questo motivo cercheranno, fallendo, di non assecondare troppo questo sentimento, il che è quasi impossibile quando si passano giorno e notte sempre insieme. Entrambi sanno bene che le loro emozioni porteranno dolore, quando il viaggio finirà e ognuno tornerà alla sua vita, vita a cui nessuno ha intenzione di rinunciare a favore dell’altro:
“E’ dolore. Desiderio. Paura. Thomas mi piace, mi piace tanto. E come tutte le persone della mia vita, finirà per andarsene”.
“Vorrei giurarle che è lo stesso per me, che vivo le giornate con lei in un perenne stato di desiderio, agonia e consapevolezza. Perché me ne andrò. E farà male anche a me”.
Non si può mollare tutto per mettersi a girare senza una meta, non è così che funziona, non è così che va il mondo. Finirà davvero così? Ognuno andrà per la sua strada, portandosi dentro il ricordo di momenti imperfetti ma indimenticabili?
Buona lettura, Arianna.
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