Titolo: Recensione: L’isola degli incontri segreti
Autrice: Jenny Colgan
Casa Editrice: Newton Compton Editori
Genere: Contemporary Romance
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TRAMA
Morag ama volare e non a caso l’aviazione è da generazioni il fulcro della vita della sua famiglia. Il suo bisnonno, Ranald Munro MacIntyre, era un comandante della RAF. Suo figlio Murdo a soli 16 anni si iscrisse alla scuola di aviazione e a 21 comprava già un aeroplano per seguire le orme del padre, che con il suo piccolo velivolo offriva un servizio agli abitanti e ai turisti delle piccole isole della Scozia Settentrionale trasportando non solo persone ma anche medicine, posta, viveri. La tradizione sembra interrompersi quando il figlio di Murdo, Iain, deve rinunciare a diventare un pilota a causa di alcuni problemi alla vista. Ma quando Iain sposa Katherin, dalla loro unione nascono Jamie, purtroppo per il padre decisamente non avvezzo alle pratiche di volo, e la piccola Morag, che eredita la passione per il volo e diventa ben presto l’orgoglio di famiglia. Morag adesso abita a Londra ed è un’esperta pilota di voli di linea di corto raggio. Ma quando viene avvisata che il nonno non sta bene, non ci pensa due volte a volare immediatamente nella piccola Carso per sincerarsi di persona sulle sue condizioni di salute. Ma c’è un altro problema. Serve un copilota per fare in modo che il servizio dell’azienda del nonno, la MacIntyre Air, non venga interrotto o, peggio ancora, la rotta venga venduta a una grossa compagnia aerea che da tempo gli ha messo gli occhi sopra. Morag non potrebbe mai tirarsi indietro e rifiutarsi di aiutare la comunità, salvo poi forse pentirsene quando una violenta tempesta la obbliga ad un atterraggio di emergenza sulla minuscola isola di Inchborn, dove si ritroverà a passare diversi giorni senza elettricità e con la compagnia del suo unico abitante, Gregor MacAleese, un ornitologo estremamente scontroso e scorbutico. La sosta forzata su questa piccola isola incontaminata, il fascino della natura e della libertà sapranno spingere Morag a riscoprire quello che realmente vuole fare della sua vita? O si sente ormai destinata alle cure di Hayden, l’uomo dei suoi sogni che ha incontrato poco prima di partire?
RECENSIONE
Bentornati book lovers!
Premessa: questo libro non è adatto a chi ha paura di volare e a chi non ama gli aerei, ma è decisamente consigliato a chi ama la Scozia, e in particolare le isole remote e sperdute delle Highlands. Preparatevi a consultare la carta geografica per scoprire dove voli Morag, isole magiche per gli amanti di atmosfere solitarie e climi estremi (come me!).
Ne L’isola degli incontri segreti, scritto da Jenny Colgan, edito da Newton Compton Editori, siamo infatti in una splendida Scozia primaverile, ai giorni nostri, e la protagonista è una ragazza e il suo sconsiderato amore per il volo e per gli aerei. Per questo la mia premessa: le descrizioni delle tecniche di volo e di tutto ciò che può succedere a bordo, mancate collisioni e atterraggi d’emergenza inclusi, penso potrebbero far venire un pò di timore anche ai frequent flyers. Siatene consapevoli, se vi accingete a leggerlo.
Ma non parla solo di questo. Parla anche di un romantico ritorno alle cose semplici e alla tranquillità, a quella lentezza nel vivere e nel fare le cose che abbiamo ormai perso nella freneticità della vita moderna.
Il pov è in prima persona, chi narra è Morag; la scrittura è abbastanza lineare e scorrevole, il linguaggio è colloquiale e semplice, salvo alcuni tecnicismi sconosciuti ai non addetti ai lavori circa ornitologia e aviazione (di cui si poteva anche fare a meno secondo me ).
Devo lodare la capacità della scrittrice di descrivere quasi poeticamente non solo gli eventi ma anche i luoghi, in un modo in cui si riesce a immaginare chiaramente quello che sta succedendo:
“Mentre le luce del giorni si affievoliva, il sole si tinse di un intenso e profondo bagliore dorato che pervase il cielo intero. Era stata una splendida giornata: l’aria fresca come lamponi appena colti; il sole caldo e clemente; il cielo azzurro come le violette non ancora sbocciate.”
Ma non ci sono solo Morag e il suo aereo. C’è l’incontro con Gregor, questo “stupido eremita barbuto con la fissa dei volatili”, a cui servono solo uccelli, animali e libri per vivere sereno. E’ da subito scontro e sembra difficile immaginare un lieto fine tra questi due mondi così diversi. Ma la convivenza forzata, il fascino della natura incontaminata e il ritorno alle origini dovuto ai due giorni di assenza di elettricità (che non sono pochi!) creeranno la situazione perfetta per far ragionare Morag sulle sue priorità e scoprire le qualità (ben nascoste) di Gregor:
“Non potevo rispondere al telefono né controllare le e-mail; non potevo assistere a nessuna riunione, né fare la spesa, o ritirare i vestiti in lavanderia, o controllare il conto in banca… andare in palestra, chiamare i miei, ascoltare qualche podcast improvvisato…. Non avere la possibilità di fare nessuna di quelle cose – ma proprio nessuna, in senso letterale – mi suscitava una strana sensazione di libertà. Era come se nessuno sapesse dove fossi. Mi sentivo libera.”
Di Gregor non si parla troppo nei dettagli; c’è un motivo, un segreto, che lo ha spinto a decidere volutamente di esercitare la sua professione di ornitologo sull’isola più recondita dell’arcipelago, dove l’unica compagnia, oltre agli uccelli, sono galline, capre e le rovine di un’antica abbazia. Riuscirà Morag a scoprire di cosa si tratta? Gregor e Inchborn riusciranno a far vacillare i suoi progetti per il futuro?
“Non sapevo cosa fare. Con mio grande stupore, desiderai di tornare sull’isola, dove non avevo nessun problema se non sopravvivere alla giornata.”
Ma ad attenderla sulla terraferma c’è Hayden, “l’uomo affascinante che un giorno mi avrebbe sorriso in fondo alla navata di una chiesa… Ma forse erano solo desideri effimeri come una nuvola a tribordo in un giorno d’estate: un fuoco fatuo”.
Le recensioni che ho letto prima di iniziare L’isola degli incontri segreti criticano la sovrabbondanza di descrizioni sul volo e sull’ornitologia; e sono abbastanza d’accordo. Con una cinquantina o sessantina di pagine in meno il libro sarebbe perfetto. Dicono anche che si discosti abbastanza dagli altri libri della Colgan; e ciò mi fa piacere, perché questo per me è il suo primo libro e mi è piaciuto molto. E se gli altri sono ancora meglio, non posso che essere felice di aver trovato un’altra scrittrice del cuore.
Concedetemi un’ultima piccolissima critica circa la traduzione in italiano del titolo originale, The summer skies, perché, a mio modesto parere, non rende giustizia alla trama.
Buona lettura, Arianna
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