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Recensione: Heartsong: La musica del cuore - A. E. Wasp

Titolo:  Heartsong: La musica del cuore 

Autrice: A. E. Wasp

Casa Editrice: Triskell Edizioni

Genere: Male to Male Contemporary Romance

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TRAMA

“È ovvio che il primo ragazzo che porto a casa sia carino, single e totalmente off-limits.”
Sean Johnson ha passato la vita aspettando di andarsene dal West Virginia. 
I suoi piani sono deragliati quando il padre l’ha spedito a “pregare per non essere gay”, ma lui ha superato la cosa, e ora è pronto a dimostrare di essere un uomo adulto che sa badare a se stesso. Naturalmente, avrebbe maggiori possibilità di convincersene se riuscisse a smettere di desiderare il suo scontroso compagno di stanza.
Il veterano dell’esercito Cooper Hill è tornato nel Vermont senza una gamba e senza una carriera, ma determinato a costruirsi una nuova vita. 
Quando un compagno d’armi gli chiede di tenere d’occhio suo nipote, studente al terzo anno del college, Cooper non può dire di no. Si aspetta un tipo tranquillo. Invece si ritrova uno splendido ragazzo che con le sue brillanti poesie dà voce a tutto ciò che Cooper ha cercato di esprimere. Vuole Sean più di quanto abbia mai voluto qualsiasi cosa. E in qualche modo, miracolosamente, Sean ricambia.
Ma desiderarsi non significa essere adatti l’uno all’altro. 
Soprattutto quando il dolore del passato minaccia di scrivere i suoi versi nella loro canzone.

RECENSIONE

Salve readers, oggi grazie alla Triskell edizioni che continua a pubblicare questa bellissima serie, vi parlerò del 13° volume della Vino & Veritas, in questo caso a firma di A. E. Wasp: Heartsong, la musica del cuore. Come sempre ringrazio la Triskell per copia Arc.

Heartsong, come tutte le altre storie di questa serie si svolge nel Vermont a Burlington e in piccola parte nell’West Virginia.

La serie Vino & Veritas ci ha abituati a storie d’amore che nascono sullo sfondo di tematiche importanti, attuali e serissime, e questo volume non fa certo eccezione, anzi.

«Wow. Eri dichiarato nell’esercito?»

 «Non l’ho mai nascosto, ma non andavo in giro a presentarmi come “Cooper, quello gay”, o nulla del genere. Lo dicevo solo quando era necessario.»

«Ma se qualcuno te lo chiedeva?»

 «Non mentivo.»

«Ti hanno mai bullizzato per questo?»

«Qualche volta. Insomma, l’esercito è fatto di persone e alcune persone sono stronze. Ma la maggior parte dei colleghi non aveva problemi.» Mi sembra che Sean replichi “che strano” sottovoce.

«Avevi un ragazzo?» mi domanda. «Cioè, se ti va di parlarne. Non sentirti obbligato. Lo capisco.»

«Capisci cosa?»

«Se non vuoi parlarne.» Inizio a pensare che la testa di questo ragazzo sia un frullatore di pensieri, e che non tutti siano positivi.

«Di cosa, esattamente?»

 «Della tua omosessualità.» Abbassa la voce sull’ultima parola, come se avesse paura che venisse sentita. Okay sì, ha dei problemi. Non sono estraneo all’omofobia interiorizzata. È una roba difficile da superare. Non si vive bene vergognandosi di ciò che si è.

La tematica in se non è nuova, ma il lato, la sfumatura che viene messa in risalto questa volta lo è. La Wasp ha analizzato questo aspetto del tema in modo magistrale, senza troppi particolari morbosi ma con abbondanza di sensazioni, di emozioni, che racconta a doppio pov alternato permettendo al lettore di sentire l’angoscia, il dolore, la paura e il senso di inadeguatezza del protagonista sulla propria pelle come se quel sentimento gli appartenesse.

«Grazie per aver reso i miei primi baci, il mio primo tutto, così meraviglioso. Non riesco a immaginare una persona migliore con cui averlo sperimentato.» Mi si stringe il cuore per il dono che Sean mi ha fatto, riponendo la sua fiducia in me. È successo tutto così in fretta che riesco solo a vivere questo momento, senza nemmeno provare a immaginare come andrà a finire. Ma so che terrò questo ricordo stretto a me il più a lungo possibile. Il pensiero che qualcun altro gli metta le mani addosso, che qualcun altro gli mostri quanto può essere bello il sesso, mi riempie di una gelosia bruciante che non ho mai provato prima. Non è da me. Non sono un tipo possessivo. Tranne, a quanto pare, quando si tratta di Sean.

Ho detto più volte che amo questa serie, e mi verrebbe davvero difficile scegliere quale fra quelli letti mi sia piaciuto di più, ma di certo Heartsong è sul podio.

Ho amato lo stile dell’autrice, la delicatezza della sua penna, la narrazione incalzante che non ti permette di interrompere la lettura finché non leggi la parola fine, e l’eleganza e il rispetto con cui ha trattato due tematiche davvero serie.

Sean, è giovane e ha due sogni principali: scrivere le sue poesie e trovare un ragazzo che lo ami per quello che è, ma per farli realizzare ha bisogno di allontanarsi da casa, ed è così che finisce nel Vermont.

Cooper, ha trentaquattro anni, ha vissuto una pessima infanzia e appena l’età glielo ha permesso si è arruolato. Nell’esercito ha trovato la famiglia che non aveva mai avuto e intrapreso qualche relazione, ma è anche stato la causa per cui ha perso tutto.

A Sean serve un posto dove stare, a Cooper un aiuto per fare i lavori di cui la casa ha bisogno, ed è così che i due finiscono sotto lo stesso tetto ed è evidente fin da subito che ne vedremo delle belle, ma se a prima vista Sean sembra un giovanotto scanzonato, quello che nasconde nel suo cuore e che si agita nel suo cervello è qualcosa di davvero brutto e che lui non ha mai avuto modo di superare; d’altro canto nemmeno Coop si aspettava un giovane tanto bello e dal sorriso assassino che lo avrebbe spinto a desiderare qualcosa a cui pensava d’aver già rinunciato. Ovviamente le cose non saranno facili e non immaginate nemmeno fino a che punto siano brutte, am se vi va di fidarvi del mio consiglio, non fatevi sfuggire Heartsong, né nessun altro libro della serie, perché non ve ne pentirete. Secondo me la Vino & Veritas può ritenersi quasi una serie “terapeutica” o non so in qualche modo di importanza didattica, nel senso che il modo in cui affronta certi temi li rende facilmente comprensibili, e li porta a conoscenza di chiunque.

Cooper è un brav’uomo. Merita un uomo buono e gentile come lui. Qualcuno che gli illumini la vita. Non una persona sempre sull’orlo del precipizio. Lui pensa di amare tutto di me, ma non conosce la verità. Conosce solo la parte al di là del muro di vetro. Dietro, c’è un pozzo profondo pieno di rabbia, dentro di me. Dietro il vetro, c’è un ragazzino di dodici anni che grida furioso, inveendo contro le ingiustizie dell’universo; un adolescente spaventato, impotente davanti alla tortura, che urla affinché qualcuno lo aiuti. E la persona che sono adesso fissa quelle due versioni, con tanta rabbia che ho paura di me stesso, di quello che potrei fare. Dio mio, sono stanchissimo, cazzo. Stanco di essere triste, stanco di essere arrabbiato, stanco di chiedere scusa per quello che sono. Stanco di provare a essere qualcuno che non sono. Mi colpisce un forte dolore, come se mi stessero stritolando il cuore, e il pick-up sbanda a destra. Basta, penso. Con una facilità che viene da anni di pratica, ripongo tutto – le cose belle, quelle brutte, quelle bruttissime – dietro quel vetro. Non c’è niente da fare. Non posso cambiare la realtà. Devo andare avanti.

Credo d’avervi svelato fin troppo, perciò non mi resta che augurarvi buona lettura, Jenny.

Ringraziamo di cuore a tutti quelli che continueranno a sostenerci seguendoci e per chi farà una piccola donazione! Grazie di cuore!