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Recensione: Polaris - Ella Kintsugi

Titolo: Polaris 

Autrice: Ella Kintsugi

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TRAMA

Lanmè

Sono Lanmè A. Duvall, star del basket, un gigante in campo, ma fuori? Fuori sono solo un uomo che lotta contro i fantasmi del passato. Nella vita ho affrontato sfide, vittorie, sconfitte, ma nulla mi ha preparato a lei – Althea. 

Lei è la mia sfida più grande, il mio mistero più intricato. 

Quando i riflettori si spengono e le ovazioni svaniscono, rimane solo lei, con i suoi occhi che raccontano storie di regni lontani e segreti nascosti.

 Questa è la mia storia, un viaggio attraverso l’amore, il sacrificio e la rivelazione che a volte, per tenere qualcuno, devi imparare a lasciarlo libero.

 

Althea

Mi chiamo Althea, principessa di un regno che molti non sanno nemmeno esistere. Ho scelto di vivere nascosta, di scoprire il mondo lontano dalla mia aureola dorata. 

Poi è arrivato lui, Lanmè, un gigante con un cuore altrettanto grande. Mi ha mostrato un amore così intenso che ha scosso le fondamenta del mio essere. 

Ora, tra le pagine della mia vita, mi trovo a lottare fra dovere e desiderio, tra la verità della mia eredità e la libertà del mio cuore. 

 

Questa è la storia di due mondi in collisione, un racconto di passioni proibite e scelte impossibili nell’affascinante mondo dell’NBA.

RECENSIONE

Ella Kintsugi apre la collana con una storia molto carina, tenera e intrigante, a tratti anche divertente.

I nostri due protagonisti Lanmè, capitano della squadra dei Chicago Moonstar e Althea, principessa di un piccolo stato su un’isola caraibica, il Saint Kitts and Nevis. Scoppia un colpo di fulmine tra i due che però hanno circa 12 anni di differenza, lei è ancora per pochi mesi minorenne e soprattutto promessa in sposa ad un reale, come succede in tutti i matrimoni combinati per mandare avanti il trono. Si prospetta da subito un gran bel groviglio tra passioni, doveri e impedimenti. Sennonché si aggiunge alla trama anche un bell’intrigo “poliziesco” che vedrà diversi personaggi coinvolti anche da paesi esteri tra cui Malta e Italia, uno dei più importanti è proprio il padre di Lanmè, Jayson Duvall agente FBI e non solo.

Padre e figlio hanno un aspetto invidiabile ed appetibile agli occhi di ogni donna, anche per quelli di Althea , però non hanno un bel rapporto a causa dei segreti che nasconde il padre a Lanmè per via del lavoro che svolge, primo fra tutti l’avere avuto un altro figlio da una scappatella in Italia con una donna immischiata nella mafia, Gagarin appunto , il quale adesso vive con la compagna Camilla a casa con Lanmè.

Insomma ce n’è per tutti i gusti in queste pagine .

A me è piaciuta molto sia la storia che la personalità dei due protagonisti. Lanmè è un uomo di ventinove anni che vive unicamente del suo sport e lavoro nella squadra NBA. Ha preso a cuore il fratello fino a poco prima sconosciuto e lo accoglie in casa sua con la compagna dato che lui è ancora scapolo e dedica tutto se stesso alla squadra. Finché non incappa in Althea, che pur essendo molto giovane, quasi diciottenne, attrae come una calamita il capitano che non sa  del sangue blu della ragazza. Ha deciso di passare gli ultimi sei mesi da minorenne vivendo come una ragazza normale, ha quindi scelto di cercare lavoro in una palestra di Chicago che rischia la chiusura: “La palestra Antares, come la stella della costellazione dello Scorpione” della quale è a conoscenza perché è una tifosa della squadra.

Lei è molto più adulta rispetto alla sua età, soprattutto a causa della rigida educazione da principessa che le è stata imposta fin da piccola.

Sotto mentite spoglie lavorerà come mascotte dei Chicago Moonstar ma sarà difficile non cedere all’attrazione per Lanmè, così come lo è per lui.

Il POV della narrazione si alterna tra i due protagonisti Althea e Lanmè.

Sono due anime belle, vere, una molto solare l’altra molto triste e chiusa, solo Althea porterà il sorriso sul bel viso del capitano.

Mi sarebbe piaciuto che la scrittrice avesse approfondito un po’ di più la passione tra i due, soprattutto all’inizio, ma anche i loro lati più nascosti, i loro pensieri. Ha saputo raccontare la loro storia in maniera molto delicata e avvincente però a volte secondo me quasi di fretta, tralasciando l’interiorizzazione dei due protagonisti per raccontare semplicemente la vicenda che si sussegue nell’arco temporale di sei mesi nel nostro presente, nella città di Chicago, nonostante descriva benissimo anche gli altri personaggi chiave della storia.  Avrei dato più spazio anche a quei lati oscuri che fanno parte della storia e amplificato la tensione nel romanzo, ma questo è solo un mio gusto personale. Ella Kintsugi, che non conoscevo, mi ha comunque conquistato e appassionato alla lettura del romanzo ma anche all’intera serie che leggerò sicuramente, vi  consiglio di fare altrettanto.

Sin dal titolo ci si accorge di un richiamo  alle diverse costellazioni e relativi nomi. Ad esempio il soprannome di Lanmè “Polaris”  e’ dovuto alla sua figura di guida e comando della squadra così come la stella polare appunto:” Eppure, nonostante tutto, ogni canestro avvicina i Moonstars alla vittoria. Polaris guida la squadra con maestria, come un direttore d’orchestra. Come la stella di cui porta il nome per i viandanti.”

“Lanmè A. Duvall. Il mio nome in creolo significa Stella Polare. Per questo, per tutti, soprattutto per la squadra, sono Polaris. “

Ogni membro dei Chicago Moonstar avrà il suo soprannome così come anche altri personaggi.

 

 

Vi lascio alcuni estratti..

 

“Questa è la mia squadra, i Chicago Moonstars. Siamo un insieme di individualità, di forze, di debolezze. Ma quando siamo in campo, quando lottiamo, sappiamo che siamo una squadra. Una squadra che vince. Con loro mi sento a casa, sento di avere una famiglia, una vera, diversa da quella che mi è sempre mancata. Ho perso mia madre quando avevo quattro anni, mi hanno cresciuto i nonni materni, in quella New Orleans magica che suscita tanto interesse nei turisti e tanta fantasia in scrittori e sceneggiatori. Ma la mia storia è fatta di segreti e bugie. Ho scoperto solo da pochi mesi che mio padre è un agente federale, che ho un fratello di ventitré anni che ha vissuto in Italia fino a diciannove e che negli ultimi quattro anni è stato con nostro padre, ha frequentato la Tulane University come me, ma non gli è mai stato detto che il capitano dei Chicago Moonstars, la stella polare da sei anni a questa parte, suo fratello, sono io: Lanmè A. Duvall.

 

 

“Io amo il calipso, ma pure balli più scatenati, come l’hip-hop. Ma al di là dello sport praticato, adoro il basket. Sono una tifosa di pallacanestro e ho trovato in una squadra di Chicago il mio cuore sportivo. I Moonstars sono favolosi, una squadra giovane nell’NBA, che di recente ha anche cambiato allenatore. Un ex giocatore che conoscevo già, perché fino a qualche anno fa era un campione, Damien “Scorpio” Anderson è stato un mito.”….” E quando mai una principessa può ambire a un giocatore di basket o a un allenatore? Prendo il giornale e leggo le novità. I CMB stanno andando divinamente, il capitano Lanmè A. Duvall li ha guidati in una vittoria storica contro la squadra di New York. Eppure… eppure, quel ragazzo sembra così triste! Non è giusto che un uomo così bello sia anche così arrabbiato.”

 

 

“«Chi sei, Althea? Da dove vieni?» Merda! «Nessuno. Non sono nessuno, solo una ragazzina che vuole conoscere la vita prima di esserne investita». Lui mi guarda: «Non sembri una ragazza di periferia. Non appari come una diciassettenne senzatetto disperata. Parli come un’attrice di teatro con l’accento perfetto, usi vocaboli ricercati, per la tua età almeno, ti rivolgi alle persone come una scappata dal collegio». Mi scappa una risata. Non è tanto lontano dalla verità. «Un giorno te lo racconterò».

 

“Althea mi fa un effetto strano. Mi suscita sentimenti contrastanti: attrazione, protezione, felicità. Dolore. Anche questo, perché so di non poterla avere come vorrei. Sono un uomo che vive nella finzione, nella menzogna. Non so chi sono. Al di là del giocatore di basket non so chi sia Lanmè A. Duvall. Mi sento di prendere per il culo tutti, per primi i miei compagni di squadra. Sono la fottuta stella polare del nulla. “

 

“L’amore per Althea e l’amore per il basket possono sembrare due cose lontane, due affetti contigui ma separati. Ma non è vero. Entrambi, infatti, mi fanno sentire vivo, mi emozionano e mi inebriano. Ambedue richiedono dedizione, esigono sacrificio e lealtà. Tutti e due mi insegnano il rispetto, per me stesso e per il prossimo, mi insegnano a lottare e a non arrendermi mai. Il mio amore per Althea e per il basket non sono due amori distinti: sono il battito di un solo cuore, sono il respiro di una sola anima.”

 

Non mi resta che augurarvi buona lettura, ringrazio Moonstar Edizioni per l’anteprima, Orny T

Ringraziamo di cuore a tutti quelli che continueranno a sostenerci seguendoci e per chi farà una piccola donazione! Grazie di cuore!