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Recensione: I vampiri di Marchwood.Taken - Shalini Boland

Titolo: I vampiri di Marchwood. Taken

Autrice: Shalini Boland

Casa Editrice: Newton Compton Editori

Genere: Horror Fantasy – Romance

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TRAMA

Madison Greene sarebbe una ragazza come tutte le altre se solo non si fosse innamorata di un vampiro. Alexandre è bellissimo, alto, con occhi magnetici e un irresistibile accento francese. Nell’immensa tenuta di Marchwood House che domina la campagna inglese, Madison si sente protetta accanto a lui e non è mai stata più felice, ma qualcosa di terribile incombe su di loro e in un attimo l’idillio viene interrotto. Un antico demone in cerca di vendetta rapisce Madison per colpire Alexandre, nemico di sempre. Il suo regno, nascosto tra le immense caverne di una città sepolta sotto il deserto, è un luogo pericoloso da cui è impossibile fuggire e con insidie celate dietro ogni angolo. Con la vita appesa a un filo, riuscirà Madison a trovare l’uscita del labirinto e a rivedere il suo amato Alexandre?

 

RECENSIONE

Ciao readers oggi vi parlo di un libro di cui

sono rimasta molto soddisfatta ovvero  Taken   secondo capitolo della trilogia I vampiri di Marchwood .

Avendo letto il primo volume , lo aspettavo con ansia per sapere il continuo di questa storia così avventurosa ed avvincente che mi aveva conquistato subito. Non mi ha affatto delusa, anzi ho apprezzato ancora di più questo secondo volume perché ci porta avanti con le avventure di Maddy e dei vampiri che abitano con lei e di suo fratello Ben in Inghilterra, ma soprattutto ci viene raccontata tutta la storia antica dei vampiri cappadoci che abbiamo conosciuto nel primo libro.

In questo libro si aggiungono ovviamente altri personaggi e storie intrecciate, tra cui Aelia, Myslav e Zoe. Il personaggio chiave e’ proprio quello di Aelia su cui si basa la maggior parte del racconto e grazie alla quale veniamo a conoscenza di tutta l’antica storia dei vampiri cappadoci che stanno dando la caccia alla famiglia di Marchwood e a Maddy.

Avevamo incrociato la storia di Aelia già nel primo libro, ma sotto un altro nome e altre sembianze…

Anche la figura del custode Morris avrà un ruolo molto importante in tutta la vicenda, spesso mettendoci in dubbio su lui stesso e la moglie Esther.

Anche questo romanzo è narrato sempre da una terza persona esterna e tramite le esperienze dei diversi protagonisti: Madison, Alexander ed Aelia principalmente, ma questa volta non sarà incentrata sui due fidanzati umana e vampiro che si troveranno separati per quasi la totalità del romanzo, bensì più su Aelia, gli antichi vampiri cappadoci, le avventure pericolose e in solitaria di Madison, e quelle di suo fratello rimasto solo con Esther a casa Marchwood in Inghilterra.

Il luogo principale dei fatti è la Cappadocia stavolta e il tempo è sempre alternato tra la seconda metà del primo secolo dopo cristo e i giorni nostri.

Un’intreccio di storie e vicissitudini davvero avvincente e soprattutto scritto in modo impeccabile, dato appunto il repentino cambio di tempo e la varietà di personaggi che si trovano legati tra loro . C’è davvero molto lavoro e cura nella scrittura di questi romanzi da parte della scrittrice Shalini Boland , infatti sembra di esserci stata personalmente in questi luoghi reali ma anche fantastici.

Le descrizioni degli abiti antichi dei vampiri cappadoci per esempio non lasciano nulla al caso, così come ogni descrizione dei personaggi e luoghi dell’intero romanzo.

Il linguaggio che viene scelto per i dialoghi dei personaggi è eccellente e rispecchia appieno la loro classe sociale o  posizione all’interno del rispettivo spazio-tempo.

Questo secondo volume è sempre inserito tra i generi horror- fantasy , ma a me sembra più un thriller, non a caso il genere prediletto dalla scrittrice. Alla fine giungerà ovviamente a sciogliere le trame intrigate dell’intera storia, ma sempre lasciandoci con l’acquolina in bocca ad aspettare l’uscita del terzo volume conclusivo, così come è stato per il primo libro. E’ quindi consigliato leggerli in sequenza .

Sto adorando la scrittura di Shalini Boland e la storia de I vampiri di Marchwood , tanto che non vedo l’ora di leggerne il terzo appena uscirà in Italia grazie a Newton Compton Editori.

Vi allego alcuni estratti interessanti:

 

“Alexandre aveva faticato molto ad abituarsi alla sua natura di vampiro. L’anno precedente, quando si era risvegliato in quel nuovo secolo, la sua famiglia di vampiri era ancora vittima della malattia del sonno. Lui si era sentito solo e smarrito, intrappolato in quella strana nuova era in cui nulla gli era familiare. Madison era stata il suo unico spiraglio di luce. Lo aveva fatto ridere, lo aveva tirato su di morale quando il suo umore era nero come la notte e lo aveva confortato quando le cose si erano fatte troppo pesanti. Con il suo aiuto, Alexandre era quasi riuscito a riconciliarsi con l’idea di vivere in eterno. Tuttavia, vivere in eterno senza di lei non sarebbe stato possibile: una vita senza Maddy non sarebbe stata degna di essere chiamata vita.”

 

“«Forse vi chiederete perché siete qui». La voce stridula dell’imperatore si insinuò tra i suoi pensieri. «… O forse lo sapete già». Lo sguardo del sovrano passò in rassegna la sala. «Siamo nel bel mezzo di una crisi e stiamo esaurendo il tempo a nostra disposizione. Sta accadendo qualcosa a cui non avevo mai assistito in tutti i miei anni di esistenza».”

 

“Ma che razza di strano effetto stava avendo su di lei quel posto? L’aveva trasformata in una filosofa da strapazzo. O forse erano stati i recenti e numerosi incontri ravvicinati con la morte a farle apprezzare la vita e le cose che contavano sul serio.”

 

“Che cosa ridicola. Lysus era soltanto un ragazzino idiota che un tempo l’aveva trattata male. E lei l’aveva superata… giusto? A dire la verità, il pensiero di rivederlo la innervosiva. Lo odiava per quello che le aveva fatto, ma allo stesso tempo ricordava ancora in maniera così nitida i suoi baci caldi e la sensazione delle sue mani sulla propria pelle… Se fosse stata ancora umana, sarebbe arrossita al pensiero. Sapeva che anche lui se ne sarebbe ricordato, e in parte era proprio questo che la metteva a disagio al pensiero di rivederlo.”

 

“«Tempo dopo, Harold Swinton mi ha scritto, sapete». «Era mio padre!», esclamò Freddie. «Io sono Frederick Swinton». «Sì. Ebbene, mentre dormivate, mi ha chiesto se sapevo come fare per risvegliarvi. Ma io gli ho mentito. Gli ho detto di tenervi ben chiusi e nascosti al buio. All’epoca non sapevo che foste capaci di comportarvi come esseri umani, di mostrare compassione. E di questo sono desolata».”

 

 

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