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Recensione: Undercover. Una seduzione pericolosa - Eliot Grayson

Titolo: Undercover. Una seduzione pericolosa 

Autrice: Eliot Grayson

Genere: Contemporary Male to Male Romance

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TRAMA

Un agente sotto copertura, un ragazzo dolce e insicuro: riuscirà l’amore a trionfare in questo gioco al gatto e al topo pieno di bugie e non detti?
Ragazzino ricco. Festaiolo. Gabe è stanco delle etichette. È un tipo intelligente, ma da quando è stato sbattuto fuori dall’università, la gente sembra interessata solo alla sua carta di credito senza limiti di spesa e ai suoi piercing alle orecchie… e in altre parti del corpo.
Alto, bruno e ombroso, Alec detesta il Vermont, con i suoi prodotti artigianali e la sua gente irritante. In realtà, trova irritante la maggior parte delle persone, incluso il direttore dell’FBI che lo ha spedito a indagare su un traffico di droga occultata in tappetini da yoga.
Quando uno dei ragazzi più carini che abbia mai visto manifesta un certo interesse nei suoi confronti, l’agente dell’FBI è certo che ci sia qualcosa sotto. Nessuno con quei capelli, quei piercing e quel culo perfetto potrebbe mai interessarsi a un tipo noioso e serio come lui. E in ogni caso, Alec non può permettersi di far saltare la sua copertura. Se solo riuscisse a tenere le mani lontano da Gabe abbastanza a lungo da capire che diavolo sta combinando…
Riusciranno i due a ignorare la loro chimica esplosiva e a sgominare un’organizzazione di trafficanti? O la loro relazione appena nata naufragherà come uno yacht pieno di merce di contrabbando?

RECENSIONE

Salve readers, oggi vi porto a Burlington, in Vermont. Perché? Per parlarvi di Undercover, una seduzione pericolosa, di Eliot Grayson. Quarto volume della Vino & Veritas Series edita per noi dalla Triskell Edizioni che ringrazio per la copia.

Come sapete leggo molti male to male, ma raramente ne ho letti a firma maschile e, anche se questa serie non l’avevo iniziata io, non ho voluto farmi sfuggire l’occasione per poter vedere le differenze che potessero esserci tra l’approccio femminile a questo genere e quello maschile.

Ma andiamo per gradi, Undercover, una seduzione pericolosa ha come protagonisti: Alec, un trent’unenne agente speciale dell’FBI, bello, col fisico di un Dio greco e un caratteraccio e Gabriel, un bellissimo dottorando in chimica, ricco e stravagante, ma fortemente insicuro.

Alec, come ho già detto, è burbero, scontroso, però è un agente con un ottimo istinto e saldi principi, ma quando il suo caso lo spinge verso Gabe, qualcuno di quei principi inizia a vacillare. Quel ragazzo dal sorriso da un milione di dollari potrebbe essere coinvolto, potrebbe essere un lupo travestito da agnellino, Alec deve capire, deve sapere. Dal canto suo, Gabe vorrebbe solo conoscere quel bellissimo esemplare di uomo che ha visto nella sezione Crime della libreria al Vino Veritas, e trovare il suo posto nel mondo.

Alec è alla ricerca di un trafficante di droga e tutti gli indizi sembrano puntare alla famiglia di Gabe. Il nostro bellissimo agente speciale è combattuto, non ama lavorare sotto copertura, non ama mentire e per avere informazioni dovrà raccontare a Gabe un mare di bugie. Bugie che ogni giorno pesano di più sulla sua coscienza e sul suo cuore, perché Gabe non è solo una possibile fonte inconsapevole di informazioni, non è solo un ragazzo bello, ricco e festaiolo. È un dottorando in chimica dal quoziente intellettivo molto alto, è solare, empatico, ma profondamente convinto di non meritare nulla perché gli uomini che hanno attraversato la sua vita finora lo hanno usato per del buon sesso e come bancomat senza limiti di spesa, come se lui non avesse altro da offrire e Alec non vuole essere un altro di quegli uomini.

Undercover, una seduzione pericolosa, è la storia di due giovani uomini alla ricerca dell’altra metà della mela, uno un po’ burbero, l’altro insicuro, entrambi bisognosi di essere visti e accettati per quello che sono.

Gabe è il membro più giovane di una famiglia importante, ma a lui gli affari di famiglia non interessano, e suo padre e suo fratello lo ritengono un perdigiorno capace solo di metterli in imbarazzo, ritengono la sua laurea e il suo dottorato poco più che un hobby, si ostinano a non vedere il suo potenziale, facendo sì che la sua insicurezza trovi sempre terreno fertile nelle loro parole.

Mi aveva costretto contro un muro senza nemmeno sfiorarmi. La sua voce si abbassò, riducendosi a un ringhio roco che sentii risuonare lungo tutta la schiena. «Magari avevo voglia di conoscerti.»

Oh, porca miseria. Il mio uccello si indurì, premendo contro la cerniera dei jeans troppo aderenti. Se mi aveva seguito e si era nascosto dietro un albero con lintenzione di avvicinarmi e scopare tra i cespugli o qualcosa del genere, beh era inquietante da morire. Certo, sempre meglio che essere derubato o ucciso, anche se immaginavo che le cose non si escludessero a vicenda.

Inquietante, sì. Peccato che il mio cazzo non avesse ricevuto il promemoria. E il mio cuore impazzito e i miei polmoni affaticati non sembravano essersi resi conto che il loro stato di eccitazione non significava nulla di buono. Maledette reazioni automatiche.

Alec non sopporta che qualcuno metta Gabe nell’angolo, lui vede che uomo meraviglioso sia e il castello di bugie che gli sta raccontando sa già che prima o poi lo seppellirà, ma cos’altro può fare senza mandare a monte il caso?

Gabe socchiuse ancora di più le palpebre e mi lanciò unocchiata truce quasi quanto le mie. «Non voglio un altro caffè,» ribatté a denti stretti.

Per un istante rimasi ad annaspare in cerca di una valida replica a quella dichiarazione del tutto ragionevole. «Qualcosaltro da bere, allora?»

«C’è una ragione precisa per cui non vuoi tornare a casa e scoparmi come se non ci fosse un domani?»

Avrei voluto piegarmi in due dalle risate  anche se lerezione intrappolata nei miei jeans avrebbe reso loperazione problematica , o magari sprofondare sottoterra.

Come potevo rispondere a una domanda del genere? «Non ci conosciamo da tanto,» dissi, consapevole di suonare come un bacchettone moralista. E come un idiota, considerato laspetto di Gabe. «Forse dovremmo andarci piano.»

Lui non avrebbe potuto mostrarsi più scettico nemmeno se ci avesse provato, con la fronte aggrottata, le mani sui fianchi e il piede che tamburellava a terra. «Piano? Dopo che mi hai praticamente molestato in un parco?» Aprii la bocca per ribattere, e Gabe alzò la mano e mi puntò un dito contro  non il medio, per fortuna. «Per ben due volte,» aggiunse.

«Non ho mai detto di non voler tornare a casa e scoparti come se non ci fosse un domani,» precisai, la voce che si abbassava sino a diventare un sussurro appena udibile. Mi bastò pronunciare quelle parole perché il mio cuore avesse un sussulto. Passare allazione avrebbe rischiato di uccidermi. «Ma preferisco aspettare.» Cazzo, non ero affatto credibile.

Della trama non vi dirò altro, ma vi dirò che ho sentito la differenza tra la scrittura maschile e quella femminile a cui sono abituata, ho trovato lo stile di Eliot Grayson, attuale, fresco, incisivo e romantico. Il suo modo di mettere in risalto le insicurezze e le paure dei due protagonisti l’ho letteralmente adorato, il suo modo di mettere in risalto più sfumature possibili del loro carattere li ha resi completi e perfetti per il contesto, così come l’attenzione alle descrizioni procedurali e per le formule chimiche. Il romanzo è raccontato col doppio pov alternato in prima persona.

«Stai bene?» domandai. «Ha fatto del male a te o a Dave?»

«No,» rispose lui dopo un attimo di esitazione. «Ma togliere lo scotch farà un male cane.» Emise un suono a metà tra un singhiozzo e una risata. Okay, forse era un po sotto shock. Infine lasciò andare il tappetino da yoga, che atterrò proprio accanto alla testa di XXXX. Dallestremità del rotolo venne fuori qualcosa che scintillò alla luce del sole. Pellicola trasparente.

Il bastardo aveva davvero contrabbandato droga usando quel ridicolo espediente. Jenna sarebbe morta dalle risate quando avrebbe scoperto che Gabe aveva steso un trafficante con un tappetino da yoga pieno di fentanil.

In un certo senso, era stata una fortuna che fosse imbottito a quel modo, altrimenti non si sarebbe rivelato unarma altrettanto efficace.

«Okay,» dissi dolcemente. «Cercheremo di toglierlo con delicatezza.» Avrei voluto dire: Ti prego, perdonami. Dobbiamo parlare. Avrei voluto prenderlo tra le braccia e cancellare il suo dolore con un bacio. Avrei voluto che lui mi prendesse tra le braccia e cancellasse il mio dolore con un bacio, perché avevo sbattuto il ginocchio nella colluttazione con XXXX, e faceva un male cane. «Ma adesso ho bisogno che tu stia indietro mentre porto questo stronzo giù dalla barca. La polizia di Shelbourne sta arrivando.»

Vino & Veritas è una serie lunga che si svolge interamente a Burlington intorno al locale queer Vino Veritas, dove tra un calice di vino, un caffè e un buon libro vari personaggi si alternano per raccontarci le loro storie, se non avete ancora iniziato a leggerle vi consiglio di farlo presto. Ogni storia è autoconclusiva, ma in ogni libro si incontrano più o meno gli stessi personaggi che a volte sono secondari o protagonisti a seconda del volume. Io vi ho detto tutto non mi resta che augurarvi buona lettura, Jenny.

Ringraziamo di cuore a tutti quelli che continueranno a sostenerci seguendoci e per chi farà una piccola donazione! Grazie di cuore!