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Recensione Turnabout. Il rischio di tornare - Laurel Greer

Titolo: Turnabout. Il rischio di tornare  

Autrice: Laurel Greer

Casa Editrice: Triskell Edizioni 

Genere: Contemporary Male to Male Romance

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TRAMA

Non ho tempo per una visita fuori programma a casa per aiutare mio padre nella sua tipografia, che non se la passa bene. La mia permanenza nel Vermont dovrà essere breve, per un paio di motivi: primo, sono un dirigente molto impegnato che cerca di scalare la vetta dell’azienda; secondo, il mio ex lavora ancora come braccio destro nel negozio di mio padre. E io non sono riuscito a dimenticarlo.

Nella tipografia di Burlington non è cambiato niente. Auden continua ad avere quel suo accento scozzese, sexy in maniera esasperante. È ancora bellissimo e ancora testardo. Tra il modo in cui manovra l’antica pressa con le maniche arrotolate e il suo secondo lavoro nell’enoteca inclusiva più alla moda di Burlington, tocca tutte le corde giuste per farmi sentire attratto da lui.

E anche le corde giuste per farmi innamorare di nuovo. Se non fosse che io sono il suo opposto. Io amo il cambiamento, mi piace correre rischi. Tutto ciò che lui evita.

RECENSIONE

Salve readers, eccomi di nuovo a voi con un nuovo volume della Vino & Veritas Series, il nono: Turnabout, il rischio di tornare di Laurel Greer, edito per noi dalla Triskell Edizioni, che ringrazio per la copia omaggio.

Ho approfittato di un viaggio in Sicilia per leggere questo romanzo che mi aspettava da un po’,  per il quale non riuscivo a trovare la giusta disposizione d’animo per la lettura, ma poi su quel treno che mi stava portando in aeroporto è iniziato anche il mio viaggio verso Burlington. E dopo quaranta minuti di treno, cinquantacinque di aereo e altri centoventi circa di treno, i miei occhi sono diventati due cuoricini, ero completamente innamorata di Carter e Auden, della loro storia, del loro passato, dei loro problemi, delle loro paure e delle loro difficoltà.

Turnabout, il rischio di tornare, racconta la storia di Carter di un giovane ambizioso, che in conflitto col padre decide di partire per cercare il suo posto nel mondo. Ha l’opportunità di andare via dalla piccola Burlington e farsi un nome in Canada, dove vorrebbe iniziare una nuova vita col suo fidanzato, ma lui decide di non seguirlo e così in una volta sola perde quello che credeva fosse l’uomo della sua vita, e la possibilità di costruire qualcosa insieme. Quando è costretto dagli eventi a tornare a Burlington ha ben più da affrontare che la possibile separazione dei suoi: Auden e i suoi sentimenti mai sopiti per lui.

 Non credo che Auden mi abbia fatto un dispetto e raccomandato di proposito un ristorante scadente per rovinare il mio pranzo tardivo, quindi mi fiondo da Petunia. Il ristorante di zuppe e panini ha pareti bianche, scritte a gesso sulla lavagna appesa dietro la cassa e nemmeno un tavolo vuoto in vista. Ordino quello che si rivela essere uno dei migliori panini che abbia mai messo sotto i denti: tenero pollo a fette e pane rustico accompagnato dalla garanzia di essere stato fatto con un lievito madre di novant’anni da qualcuno vestito di flanella. La marmellata di amarene mi fa godere il palato e aumentare la salivazione allo stesso tempo: è come fare un cavolo di pompino.

Ottimo. Ora dovrò ringraziare Auden per avermi indirizzato verso i paradisiaci panini-pompino.

Auden è un artista fantastico, ma si accontenta di fare il barista part-time mentre continua a lavorare per la Imprescott Designs. Il rischio lo spaventa a morte, ne ha tutte le ragioni, ma questa sua paura gli ha fatto perdere l’uomo che più ha amato nella sua vita e lo ha portato a precludersi qualunque possibile relazione per paura di soffrire ancora: se non hai nulla, non puoi perdere nulla. La sua vita è tranquilla, regolare, la tipografia, il Vino Veritas, Francis e Caro, Bee e Gracie e qualche incontro occasionale, niente scossoni, niente rischi, ma il ritorno, sia pur momentaneo di Carter scuote il suo mondo fin dalle fondamenta e lui ha paura. Paura di caderci di nuovo, paura di amarlo ancora, paura di non averlo mai dimenticato, paura di perderlo ancora. Paure che anche Carter condivide.

So di aver temporeggiato troppo a lungo, ma è più facile restare in bagno. Mi fisso allo specchio, fingendo che, quando tornerò al tavolo nessuno saprà perché mi sono allontanato.

Certo che lo sapranno.

Il mio bisogno di sfuggire a Carter e ai suoi suggerimenti ce l’ho scritto in faccia.

Muovo la bocca, cercando di rilassare i muscoli tesi che mi tirano le labbra. Le sue zie mi conoscono troppo bene. Soprattutto Bee. È in totale sintonia con i processi mentali, i miei non sono difficili da capire.

I miei genitori perdono la fattoria e mio padre se ne va? Mi trasferisco negli Stati Uniti e faccio finta che il mio mondo non stia cadendo a pezzi.

Riesco a innamorarmi di un ragazzo intelligente come pochi, disposto a poltrire per ore sul letto del mio dormitorio mentre io cerco di perfezionare l’angolo della sua mascella con matita, inchiostro e carboncino? Fingo di non sapere fin dal primo giorno che è troppo bello per essere vero.

Dio santo, ho finto. Ho messo i paraocchi ogni volta che ho visto quanto fossimo diversi l’uno dall’altro. Mi dicevo che una persona così affascinante come Carter poteva anche essere reale, come gli schizzi su cui lavoravo fino a farmi venire i calli.

Se loro non avevano messo in conto di potersi o doversi, riavvicinare ci pensa il destino a rimescolare le carte e le loro vite, sotto forma di rischio separazione per Caro e Francis, Carter dovrà sostituire il padre per permettergli di fare pace con la madre e lavorare gomito a gomito con Auden. Ci riusciranno? Saranno abbastanza maturi da lavorare insieme senza recriminazioni o tentazioni?

Auden è immobile sotto di me. Energia al guinzaglio, anticipazione in forma bloccata. Le sue dita mi scavano nella schiena, stringendomi al suo petto ampio.

«Quando?» È un proiettile quella parola, in un bossolo di dubbio.

«Quando cosa?»

«Quando ti sono mancato?»

Ogni volta che abbassavo la guardia.

Non posso ammetterlo senza confessare troppo. O invitare alla pietà, o al disprezzo. Entrambe le cose sarebbero peggiori da accettare rispetto alla sua attuale, evidente incredulità. So già di aver tradito irrimediabilmente la sua fiducia.

«Se è così difficile rispondere, non sono sicuro di volerlo sapere.» Si sfila da sotto di me e si dirige verso il bagno. La sua sagoma che si allontana è sfocata, ma le sue spalle cadenti sono abbastanza chiare.

Cazzo. Questo è il problema di ammettere piccoli frammenti: gettano luce sulla gran parte di ciò che si vuole tenere nascosto.

Prendo gli occhiali dal comodino e li indosso, per poi alzarmi e buttare il preservativo. Un senso di colpa inquieto e nervoso cancella la mia calma soddisfazione post-sesso.

Devo dargli di più, ma non so come spiegarmi.

La doccia si avvia.

È rumorosa.

Ha lasciato la porta aperta.

Un invito?

Turnabout, il rischio di tornare, è il primo libro che leggo di Laurel Greer ma devo dire che ho molto apprezzato il suo stile pulito, fresco, spicy al punto giusto, romantico e struggente. Ricco di punti d’introspezione scritti meravigliosamente, raccontato col doppio pov alternato e in prima persona consente di cogliere ogni emozione, ogni sfumatura dei due protagonisti e dei personaggi secondari che sono funzionali alla storia.

Potrei raccontarvi mille cose di questo libro, ma non voglio rovinarvi l’esperienza, perciò vi auguro solo buona lettura, e a presto col decimo volume, Jenny.

Ringraziamo di cuore a tutti quelli che continueranno a sostenerci seguendoci e per chi farà una piccola donazione! Grazie di cuore!