Condividi sui Social

Due chiacchiere in compagnia di Carmen Rita Bortoncello Piccoli

Due chiacchiere in compagnia di Carmen Rita Bortoncello Piccoli

intervista italiano

Salve readers, oggi sono qui con un’autrice diversa dalle solite, una donna che non ha inventato una storia per intrattenerci, ma una mamma che con immagini e parole ci ha raccontato la breve vita di suo figlio. Diamo il benvenuto a Carmen Rita Bortoncello Piccoli.

 

Benvenuta Carmen, come dicevo, il suo libro O Último Voo racconta soprattutto attraverso le immagini, la breve vita di Vinícius, suo figlio maggiore che purtroppo ci ha lasciato il 14 ottobre del 2020, a soli trent’anni.

 

1)Io seguivo Vinícius sui social e molte delle immagini da lei pubblicate le conoscevo e, nonostante ciò, vederle raccolte tutte insieme mi ha scombussolato. Cosa l’ha spinta a voler raccontare la vita di suo figlio in questo modo?

 

R: Grazie Jenny per l’affetto, per avermi dato questa opportunità di parlare ancora di mio figlio Vinícius, un figlio indimenticabile.

 Il libro era un progetto di vita che mio figlio aveva per raccontare la sua storia e la sua lotta nell’uscire di casa senza soldi, e senza parlare altre lingue, per migliorare la sua vita e dare migliori condizioni di vita ai suoi fratelli, perché la nostra famiglia è sempre stata molto umile e ha sempre lottato, senza lussi. Con questo progetto di libro voleva motivare le persone a rincorrere i propri sogni, anche se erano quasi impossibili, ma non ammetteva che non ci si provasse. In ospedale mi diceva sempre: “Madre, fai una foto, questa andrà nel mio libro”. Così mi sono sentita in dovere, come madre, di realizzare il suo sogno, anche se con molte lacrime, ma era necessario.

 

2)Lei nel libro O Último Voo dice di aver realizzato quello che era un desiderio di Vini. Pensa che lui lo avrebbe fatto nello stesso modo?

 

 R: Credo che lui l’avrebbe fatto molto meglio, perché ci racconterebbe la sua traiettoria di vita con cognizione di causa e vissuta direttamente. Solo lui avrebbe saputo raccontare per intero come è stato andarsene da casa, senza soldi, senza conoscere altre lingue, senza conoscere questo mondo diverso e competitivo che è il mondo della moda. Inoltre, scritta da lui, sarebbe stata un’auto-biografia, mentre in questo caso io ho scritto la storia del suo passaggio e ho raccontato soprattutto il calvario che ha attraversato per spiccare il suo ultimo volo.  Il calvario della sua malattia.

3) Quando le ho chiesto l’intervista le ho detto che Vini è stato il volto di tanti personaggi dei romanzi che abbiamo letto, ma anche il ragazzo bellissimo sulle copertine di alcuni. Come la fa sentire sapere che tante autrici hanno scelto il viso, il sorriso, la bellissima immagine di suo figlio per dar vita a personaggi che regalano ore liete a tante persone?

 

R: Sono molto orgogliosa di mio figlio per tutto quello che mi ha dato nella vita e, anche se non c’è più, sono ancora orgogliosa del bellissimo essere umano nel corpo e nell’anima che ha lasciato tanti bei ricordi nelle persone, l’ho visto nelle migliaia di espressioni di sostegno quando se n’è andato e in quelle che ricevo ancora. Sono anche molto grata di sapere che mio figlio sarà sempre ricordato in questo grande mondo.

 

4) Per Vinícius famiglia, relazioni e amore, insieme a gratitudine e umiltà erano i fattori più importanti della vita. Era un ragazzo che amava lo sport, la musica, la recitazione e ovviamente il suo lavoro di modello, però credo che i video e le foto in cui l’ho visto non solo più felice, ma anche più soddisfatto siano quelle fatte mentre aiuta a sistemare il trattore, con addosso una tuta da meccanico (foto 39) e un paio di scarpe consumate e quelle coi fratelli. Mi sbaglio?

 

R: Sì, hai ragione. Vinícius scrisse: “Non c’è posto migliore al mondo che essere qui con loro”. Si riferiva soprattutto ai fratelli.

 

5)Carmen lei ha condiviso con noi tantissime foto del vostro album di famiglia, come la fa sentire il pensiero che così tante persone possano vedere quelle immagini della vostra vita privata?

 

R: Quando ho aperto al mondo questo piccolo angolo sacro dell’amore e della privacy della nostra famiglia, è stato proprio per il desiderio di Vinicius di esporre la sua vita per aiutare le persone a motivarsi in qualche modo o ad affrontare la vita e i suoi ostacoli. Lui stesso ha detto che non aveva problemi a mostrare la sua vita reale, che non era fatta solo del glamour e della fama che appaiono nelle sfilate di moda, nelle riviste, negli spot pubblicitari ma c’era anche altro, per esempio le molte sfide da affrontare per raggiungere il successo. E che questo sarebbe stato l’unico modo per lasciare la sua eredità, la sua forza, la sua fede, la sua spiritualità, il suo ottimismo, infine la sua impronta in questo grande mondo. Perciò dovevo esporre la vita della nostra famiglia, ma in particolare la vita di mio figlio.

Ed è quello che ho fatto.

 

6) Vinícius era davvero molto bello, ma io non lo seguivo solo per quello, ho sempre amato le sue didascalie sotto le foto. Le sue parole non erano mai banali, ricordo che spesso facesse citazioni importanti e facesse sue parole di autori famosi. Ci parli delle mille sfumature di lui…

R: Vinícius aveva il dono di motivare le persone e con le sue pubblicazioni non faceva che sottolineare quanto fosse bravo, intelligente e umano.  Aldilà delle sue pubblicazioni, era autentico e vero. Una delle sue frasi che sottolineava con forza in un video registrato il 27/01/2020 poco prima di ammalarsi si trova su YouTube nella sua pagina, era un proverbio africano: “Da soli si va più veloci, ma insieme si va più lontano”, e diceva anche: “non importa dove arrivi: fama, potere… se sei solo nulla avrà senso, ricordalo”.

 

7)Leggendo il libro ho potuto conoscere Vini un po’ di più e ho anche capito da chi avesse imparato a non arrendersi: da lei. Lui era uno che lottava per seguire i suoi sogni, e come lei non si è mai arreso, neanche davanti alla malattia. Quanto nel suo percorso è stata importante la fede?

R: La fede era tutto ciò che avevamo, nonostante le domande che spesso facevo a Dio: “perché figlio mio Signore? Un essere così buono! Così tanto sofferente?  Ma queste domande non hanno mai avuto una risposta per me e mai l’avranno. Ma se penso alla sofferenza di Maria, che ha visto suo figlio soffrire senza meritarlo, e sapendo che Gesù era venuto a salvare il mondo dai peccati. Allora la fede non mi dà una risposta concreta, ma mi porta a credere che siamo qui per qualche scopo, perché altrimenti non avrebbe senso che alcuni abbiano morti improvvise che apparentemente non causano molta sofferenza, e altri subiscano un calvario di procedure: morti violente, procedure dolorose così come mio figlio con più di 10 interventi chirurgici, e attaccato ai macchinari in terapia intensiva, o come mio padre costretto a letto per 7 anni dalla demenza, o mia madre a causa di un cancro al pancreas e al fegato, tutti hanno avuto un calvario per lasciare questo mondo. Credo che la fede, anche e soprattutto quando ne parlo, sia stata un po’ scossa, eppure mi sostiene ancora e mi fa alzare dal letto e andare avanti ogni giorno senza mio figlio.

 

8)Seguendolo sui social ho constatato personalmente quanto fosse curioso, quanto fosse affamato di conoscenza, di sapere… era una cosa che amavo tantissimo in lui. Nel libro lei dice d’averlo spinto a fare il suo primo casting, e dice anche di essersene pentita, perché? Se potesse cambiare il passato prenderebbe una decisone diversa?

R: Vinícius ha sempre partecipato alle recite scolastiche e parrocchiali, così l’ho iscritto alla selezione in cui ho visto che aveva la possibilità di esprimere il suo talento.  Quando dico che me ne pento, è perché non avevo capito che avrebbe volato così in alto e così lontano. Siamo sempre stati molto legati l’uno all’altro, quindi abbiamo dovuto tagliare un po’ il cordone ombelicale, come si suol dire. Oggi, alla luce di tutto, mi rendo conto che gli ho insegnato a volare e Vinícius lo ha fatto con grande responsabilità, ha onorato i miei insegnamenti e gli esempi che ha ereditato più dal nonno materno, mio padre Sabino, che da me. Io gli ho solo indicato la strada e lui l’ha solo allargata in modo onorevole, un esempio e un orgoglio per tutta la famiglia, dove si percepisce la dimensione dell’essere umano che era in vita.

Ho sempre sostenuto e incoraggiato i miei figli, e così farò anche con gli altri due figli Cezar Eduardo e Carlos Henrique che sosterrò anche a costo di sacrifici.

 

9)Nel libro lei ha condiviso tanti aspetti della vostra vita privata, comprese le foto di famiglia, posso chiederle se questo le è stato d’aiuto per combattere il dolore immenso della sua perdita?

 

R: Sì, perché sento il bisogno di parlare sempre di lui,  lo conoscevo così bene, e sono molto orgogliosa di lui, so che da qualche parte anche lui è orgoglioso di me per averlo tenuto in vita con la nostra presenza e per raccontare al mondo un po’ della sua storia, perché non era solo un ragazzo biondo con gli occhi azzurri che ha avuto successo nel mondo della moda, ma: il miglior figlio, il miglior fratello… un esempio di essere umano.  E non potevo tenerlo solo per me. Dovevo condividerlo con il mondo.

 

10)Ho letto che ha avuto molti incontri con varie associazioni che si occupano di aiutare le famiglie in lutto, quale pensa sia il maggior aiuto che queste associazioni riescono a dare alle persone che affrontano un momento così doloroso delle loro vite?

R: Questi gruppi di genitori in lutto cercano, per coloro che credono e hanno fede, di ricordargli che siamo qui per contribuire all’umanità in qualche modo. Io sono entrata con lo scopo di guarire me stessa da questo dolore, perché ho visto che non c’è cura, così ho deciso di aiutare altre madri e altri padri ad affrontare il lutto senza ammalarsi di dolore. C’è una frase che considero molto importante nella mia lotta contro il dolore: “Quando ci prendiamo cura del dolore di qualcuno, Dio si prende cura del nostro dolore”.

In questi gruppi impariamo che noi siamo gli altri degli altri, per cui capitano a tutti.  In questo momento metto il mio dolore in tasca e vado avanti …

 

11)Ha spesso affermato che in ospedale Vini sia stato vittima del pregiudizio. A che pregiudizio allude?

R: Mi riferisco ad un professionista (medico) che con una diagnosi definitiva senza molti esami di laboratorio né esami diagnostici con immagine, ha precipitosamente diagnosticato una cirrosi epatica, perché era un Modello e per essere portatore di Epatite B, cosa che ha ereditato durante la mia gravidanza. Quindi il medico ha fatto questa diagnosi come se mio figlio avesse bevuto, avesse esagerato con la sua vita, perché nella mente di un medico maschilista come questo che abbiamo avuto la sfortuna di incrociare nel nostro cammino i modelli, gli artisti, sono tutti drogati, ma anche così se fosse stato, non avrebbe dovuto farlo. Parlo con certezza perché ho conversazioni e audio salvati, scritti su WhatsApp con conversazioni come se mio figlio volesse stare male o cercasse di stare male. In 7 mesi di ricovero, mio figlio non ha mai avuto nulla nel fegato. Questo medico era nel secondo ospedale in Brasile che abbiamo cercato e abbiamo perso dal 07/03 al 05/04 un mese di trattamento sbagliato e diagnosi sbagliata fino a quando qui mio figlio era così debilitato… se fosse stata fatta la diagnosi corretta in tempo l’intervento chirurgico gli avrebbe dato più possibilità di vivere, ma il suo trattamento sbagliato era debilitante e quando abbiamo cercato altri professionisti mi hanno detto che era troppo tardi, hanno cercato di salvarlo, ma era troppo debilitato e in piena pandemia Covid19 tutto era molto difficile, era una corsa contro il tempo.  In totale sono stati 3 gli ospedali in cui abbiamo cercato una diagnosi e una cura per Vinícius qui in Brasile. Vinícius era già stato all’ospedale di Città del Capo, in Sudafrica, dove lavorava. Nell’ultimo ospedale in cui è stato fino alla sua dipartita, in 11 giorni, hanno scoperto un tumore nelle fosse nasali: un estesioneuroblastoma, che ha sviluppato una sindrome chiamata Cuchig, che è stata la causa della morte di mio figlio. In breve, un cancro raro e aggressivo. Vinicius non ha retto a tanti interventi chirurgici alla testa e ha finito per arrendersi alla morte cerebrale. E le mie speranze sono morte insieme a lui.

 

12)Carmen, nel libro ho letto spesso del legame speciale che aveva con Vini, dell’amore infinito che lui aveva per i fratelli. Ho letto che in suo ricordo ha trovato perfino il coraggio di farsi un tatuaggio, dopo il libro cos’altro pensa di fare per mantenere vivo il ricordo di suo figlio?

R: Essendo consapevole del percorso della sua vita, e che ha lasciato una bellissima eredità, è diventata per me una missione di vita mantenerlo vivo nelle persone: attraverso il libro: O último voo, ho fatto tatuaggi, sto pianificando memoriali nella nostra città, post quotidiani sui suoi social network, e sto anche cercando di fare un documentario.  Poiché tutto ha un costo elevato, devo farlo a poco a poco. Per il libro ho chiesto un finanziamento a un istituto finanziario, perché tutto è molto costoso; quindi, il documentario è un progetto a lungo termine. Ma mi sto sempre muovendo per realizzarlo. Anche la vostra intervista mi aiuta in questa missione. Grazie.

 

13)Vorrei chiederle tantissime altre cose, ma le ho già rubato fin troppo tempo, le chiedo solo un suo pensiero, un aneddoto, qualcosa che lei voglia raccontare “solo” a noi.

 

R: In ospedale quando ho chiesto a Vinícius: Figlio! Come stai? – e anche se stava morendo, pieno di apparecchi, pieno di dolore, mi ha detto: “Sto in piedi di pattuglia, mamma!  

Così dico anche a voi, pur essendo una madre amputata per il resto dei miei giorni: “Sono in piedi di pattuglia”.

 

Ora non mi resta insieme a tutte le ragazze dello staff di Recensioni Young Adult che salutarla e ringraziarla per il tempo che ha voluto dedicarci. Grazie di cuore, Jenny.

 

R:Grazie per avermi dato uno spazio in cui posso parlare un po’ di più del mio eterno Vinícius.

Sono sempre a disposizione vostra e di qualsiasi altro mezzo di comunicazione scritto o parlato per parlare del mio Vinícius.

intervista portoghese

Olá leitores, hoje estou aqui com uma autora diferente das habituais, uma mulher que não inventou uma história para nos entreter, mas uma mãe que nos contou a curta vida do seu filho com imagens e palavras. Damos as boas-vindas a Carmen Rita Bortoncello Piccoli.

 

Bem-vinda Carmen, como estava a dizer, o seu livro O Último Voo conta, sobretudo através de imagens, a curta vida de Vinícius, o seu filho mais velho que infelizmente nos deixou a 14 de outubro de 2020, com apenas 30 anos.

 

1)Eu seguia a Vinícius nas redes sociais e conhecia muitas das imagens que ela publicava e, no entanto, vê-las todas reunidas chocou-me. O que te levou a querer contar a vida do teu filho desta forma?

R: Obrigada Jenny pelo carinho, por   me dar essa oportunidade para falar mais sobre meu filho inesquesível Vinícius.

 O livro era um projeto de vida que meu filho tinha em contar sua história de vida e a sua  luta em sair de casa sem dinheiro, sem falar outras línguas, para melhorar de  vida e dar melhores condições de vida a seus irmãos, pois nossa família sempre foi muito humilde e sempre na luta, sem luxos. Queria ele com esse projeto do livro , era  motivar as pessoas a correrem atraz de seus sonhos mesmo que quase impossível, mas ele não admitia não tentar. No hospital  me falava: “Mae tire foto, essa vai para meu livro.” Então eu me senti na obrigação como mãe concretizar o seu sonho, mesmo que seria entre muitas lágrimas mas era preciso.

2)Diz no livro O Último Voo que percebeu qual era o desejo do Vini. Acha que ele o teria feito da mesma forma?

R: Acredito que ele faria muito melhor, porque ele iria contar como foi sua trajetoria de vida com conhecimento de causa e vivenciada por ele. Somente ele saberia contar na íntegra como foi sair de casa, sem dinheiro , sem conhecer outras línguas,  sem conhecer esse mundo diferente e competitivo que e o mundo da moda. E também escrito por ele seria uma Auto-biografia em vida ,  e nesse caso fiz a história de sua passagem e contada principalmente o calvário que passou para lançar seu ultimo voo.  Que foi o calvario de sua doença.

3) Quando lhe pedi a entrevista, disse-lhe que o Vini foi o rosto de muitas personagens dos romances que lemos, mas também o menino bonito das capas de alguns. Como é que se sente ao saber que tantos autores escolheram o rosto, o sorriso, a bela imagem do seu filho para dar vida a personagens que dão horas felizes a tanta gente?

R:  Muito orgulho do meu filho por tudo o que me proporcionou em vida e mesmo tendo partido continua a me orgulhar do ser humano lindo de corpo e alma e por ter deixado tantas lembrança boas  nas pessoas,  vi isso nas milhares de manifestações de carrinho quando ele partiu e ainda recebo. também  muito agradecida por saber que meu filho será sempre  lembrado nesse mundão.

4) Para Vinícius, a família, as relações e o amor, juntamente com a gratidão e a humildade, foram os factores mais importantes da vida. Era um jovem que gostava de desporto, de música, de representar e, claro, do seu trabalho como modelo, mas penso que os vídeos e as fotografias em que o vi não só mais feliz, mas também mais satisfeito, são aqueles em que está a ajudar a arranjar o trator, com um fato de mecânico (foto 39) e um par de sapatos gastos, e aqueles em que está com os irmãos. Não estou enganado?

R: Sim, voce esta correto. Vinícius  deixou escrito que: ´´ não tem lugar melhor no mundo do que estar aqui junto deles.” Referiu-se aos irmãos principalmente.

5)Carmen, que partilhou connosco tantas fotografias do seu álbum de família, como é que se sente por tantas pessoas poderem ver essas imagens da sua vida privada?

 R: Eu quando abri esse cantinho sagrado que é o amor e a  privacidade de nossa familia para o mundo, foi justamente pensando no desejo do Vinicius em expor sua vida para ajudar as pessoas de alguma forma motiva-las ou encarar a vida e seus obstáculos. Ele mesmo dizia que não tinha problema em mostrar sua vida real que não e só glamour e fama que aparece nos desfiles, revistas ,comercias e outros e sim os desafios para enfrentar e chegar ao sucesso, que são muitos. E esta seria a unica forma de deixar o seu  legado, sua força, sua fé , sua  espiritualidade, seu otimismo enfim  seu legado registrado nesse mundão, seria expondo a vida da nossa família mas expecíficamente a vida do meu filho.

E foi o  que eu  fiz .

 

6) O Vinícius era de fato muito atraente, mas eu não o seguia só por isso, semp re adorei as suas legendas por baixo das fotografias. As palavras dele nunca foram banais, lembro-me que muitas vezes ele fazia citações importantes e fazia suas as palavras de autores famosos. Fale-nos das muitas nuances dele….

R: Vinícius tinha o dão de motivar as pessoas e com suas publicações só reforçava o quão ser bom, inteligente e humano  ele era.  Além das publicações ele era autêntico e verdadeiro. Vivenciava na prática a suas teorias que aplicava. uma de suas frases que deixou fortemente em um video gravado em 27/01/2020 pouco antes de adoecer esta no YouTube na sua página um  proverbio africano: ‘’Sozinhos vamos mais rápidos, mas juntos vamos mais longe”, e ainda frizou : não importa onde você chegar : fama, poder …

 se estiver sozinho nada fara sentido, lembre-se disso.”

 

7)Ao ler o livro, fiquei a conhecer um pouco mais o Vini e percebi também com quem ele aprendeu a não desistir: com ela. Ele foi alguém que lutou para seguir os seus sonhos e, tal como ela, nunca desistiu, nem mesmo perante a doença. Qual foi a importância da fé no vosso percurso?  

R: A  Fé era tudo o que tínhamos, apesar dos questionamentos que eu muitas vezes fazia para Deus: “porque meu filho Senhor ? um ser tão bom! Tanto sofrimento?  Mas essas respostas nunca me foram sanadas e nunca serão. Mas quando penso no sofrimento de Maria que também viu seu filho sofrer sem merecer, e que sabemos que Jesus foi para salvar o mundo dos pecados. então a fé não me traz uma  resposta concreta, mas me leva a crer  que estamos aqui por algum propósito, porque se não não faz sentido uns terem mortes súbitas que não causam aparentemente muito  sofrimento, e outros sofrerem um calvário de procedimentos : mortes violentas,  procedimentos dolorosos assim como meu filho com mais de 10 círurgias , cheio de aparelhos, CTIs , assim como  meu pai esteve acamado por 7 anos por demência, minha mãe com câncer de pâncreas e fígado, todos  tiverem um calvário  para partir desse mundo. Acredito que a Fé mesmo particularmente falando, esteve um pouco abalada , mesmo assim ainda me sustenta e me faz levantar da cama e seguir sem meu filho todos os dias.

 

 

8) Seguindo-o nas redes sociais, vi com os meus próprios olhos como ele era curioso, como tinha fome de conhecimento, de saber… era algo que eu adorava nele. No livro, diz que o pressionou a fazer o primeiro casting e também diz que se arrependeu, porquê? Se pudesse mudar o passado, tomaria uma decisão diferente?

R: Vinícius sempre foi de participar em teatros de escola e da igreja . então o inscrevi na seleção onde vi a porta dele para expressar seu talentos.  Quando falo do arrependimento é porque não tinha a dimenção de que voaria tão alto e tão longe. Sempre fomos muito apegado um no outro então tivemos que cortar um pouco o cordão umbilical como falam. Hoje diante de tudo, percebi que ensinei a voar e Vinícius o fez com muita responsabilidade,  honrou meus ensinamentos e exemplos que herdou mais do avô materno , meu pai Sabino , mais  do que de mim mesma. Eu só mostrei o caminho e ele só ampliou  de uma forma honrosa, exemplo e orgulho  pra toda família, onde podemos  sentir a dimensão de ser humano que foi em vida.

E eu sempre fui de apoiar e incentivar meus filhos, então tenho mais 2 filhos Cezar Eduardo e Carlos Henrique  que apoiarei também mesmo me custando sacríficio.

 

9)No livro partilhou muitos aspectos da sua vida privada, incluindo fotografias de família, posso perguntar-lhe se isso a ajudou a combater a imensa dor da perda dele?

R: Sim, porque sinto a nescessidade de falar nele o tempo todo, e como eu o conhecia tão bem, assim como eu tenho muito orgulho dele, sei que algum lugar onde está, também está orgulhoso de mim por mantê-lo vivo  em nossa presença e contar ao mundo um pouco de sua história e que não era somente um  menino loiro de olhos azuis que fez sucesso no mundo da moda e sim :  o melhor filho, melhor irmão… exemplo de ser humano.  E isso eu não poderia guardar só pra mim. Tive que compartilhar com o mundo.

10)Li que teve muitos encontros com várias associações que se dedicam a ajudar famílias enlutadas, qual acha que é a maior ajuda que essas associações podem dar às pessoas que enfrentam um momento tão doloroso das suas vidas?

R: Então para quem acredita e tem fé , acredita que estamos aqui para contribuir com a humanidade de alguma forma, e esses grupo de pais enlutados  tentam fazer isso. Nos lançam uma corda para tirar-nos do fundo do poço. entrei no proposito de me curar dessa dor , como vi que ela não tem cura então resolvi  ajudar outras mães e pais a enfrentar o luto sem adoecer na dor. Pois eu não queria adoecer e nem passar uma vida sobre efeitos de  remédios para enfrentar,  Tem uma frase que eu considero muito nessa minha luta do meu Luto. ´´Quando a gente cuida da dor de alguém, Deus cuida da dor da gente.´´

Nesses grupos aprendemos que somos os outros dos outros por isso acontecem com todos.  Nessa hora coloco minha dor no bolso e sigo….

11)Tem dito muitas vezes que o Vini foi vítima de preconceito no hospital. A que preconceito se refere?

R: Refiro-me expecificamete um profissional ( médico )com  diagnóstico conclusivo sem muitos exames laboratoriais, exames de diagnósticos com imagem,  diagnosticou precipitadamente como cirrose hepática, por ser Modelo e ser portador de Hepatite B no qual herdou na minha gravides. Então o medico concluio com esse diagnostico como se meu filho bebesse, aprontava, fazia exagero com sua vida, porque na cabeca de um medico machista igual esse que tivemos a infeliz sorte de cruzar nosso caminho pensa que modelo, artista são todos drogrados, mesmo assim se fosse ele não poderia ter feito isso. Falo com certeza porque  tenho conversas e audios salvas , escritas de  WhatsApp com conversas como se meu filho quissese estar doente ou procurou ficar doente. Onde meu filho em  7 meses de internações nunca  teve algo no fígado. Esse médico foi no segundo hospital no Brasil que procuramos e perdemos do dia 07/03 até o dia 05/04  um mes de tratamento errado e diagnóstico errado até aqui meu filho não estava tão debilitado, se descoberto a tempo e feito cirurgia ele teria tido mais chance de viver,  mas ja apartir do seu tratamento errado  foi debilitando e quando procuramos outros profissionais me falaram que já estava tarde demais , mas tentaram muito para salvá-lo mas já estava muito debilitado no forte da pandemia do Covid19 tudo estava muito difícil, e nós correndo contra o tempo. No total foram 3 hospitais que estivemos procurando um diagnóstico e a cura para Vinícius aqui no Brasil. Vinícius ja tinha estado no Hospital de  Cape Town na Africa do Sul onde estava a trabalho. No último Hospital que esteve até partir descobriram em 11 dias um tumor nas fossas nazais: Esthesioneuroblastoma este desenvolveu junto uma Síndrome chamada Cuchig a causa da morte do meu filho. Resumindo Cancer raro e agressivo. Vinicius nao suportou a tantas cirurgias na cabeça e acabou dando morte cerebral. E ai minhas esperanças morreram junto com ele.

12)Carmen, no livro leio muitas vezes sobre a ligação especial que tinhas com o Vini, o amor infinito que ele tinha pelos irmãos. Li que, em sua memória, até teve coragem de fazer uma tatuagem. Depois do livro, que mais tenciona fazer para manter viva a memória do seu filho?

R: Sendo sabedora de  sua trajetória de vida,  deixado por ele um legado lindo , tornou -se para mim uma missão de vida agora em mante-lo vivo nas pessoas: atraves do Livro: O Ultimo Voo, fiz  tatuagens , estou pleiteando  memoriais na nossa cidade , postagens diarias  em suas redes sociais, e tambem estou tentando fazer um documentário.  Como tudo tem custo alto, preciso fazer aos poucos. O livro busquei financiamento junto a instituição financeira, porque tudo muito caro , então o documentario e um projeto a longo praso. Mas sempre me movimentando para isso. Sua entrevista tambem é um movimento que me ajuda nessa missão. Gracias.

 

13) Gostaria de lhe perguntar tantas outras coisas, mas já lhe tomei demasiado tempo, por isso peço-lhe apenas uma ideia, uma anedota, algo que gostaria de nos contar “só” a nós.

R:  No hospital quando  perguntava pro Vinícius: Filho! Como você está? – ele mesmo morrendo, cheio de aparelho, cheio de dor me reposndia: “To de Pé na Patrola Mãe!”  

Então eu digo a vocês também mesmo sendo uma mãe amputada pelo resto dos meus dias:   –  “Estou de Pé na Patrola”

Agora só me resta, juntamente com todas as raparigas da equipa da Recensioni Young Adult, despedir-me e agradecer-vos pelo tempo que dedicaram. Obrigada do fundo do meu coração, Jenny.

Gratidão pelo espaço de eu poder falar um pouco mais no meu eterno Vinícius.

Me coloco sempre a disposição sua e qualquer meio de imprensa escrita ou falada para falar do meu Vinícius.