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Recensione: Nove mesi per innamorarsi - Maia

Titolo: Nove mesi per innamorarsi 

Autrice: Maia

Casa Editrice: Newton Compton Editori

Genere: Contemporaneo

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TRAMA

Alla soglia dei trent’anni, Diana sente di essere molto vicina al raggiungimento di tutti i suoi obiettivi: ha una carriera bene avviata come wedding planner e si gode la frizzante vita sociale milanese, ricca di stimoli e occasioni mondane. 

Quando Roberto, l’uomo che frequentava da quasi un anno, la lascia senza spiegazioni, per Diana è una doccia fredda. E così, decisa a concentrarsi sul lavoro, accetta l’ingaggio che la porterà a trasferirsi per alcuni mesi nelle lussureggianti campagne intorno a Benevento, per organizzare il matrimonio da favola di una nota influencer. 

Il luogo dell’evento non è distante dalla casa dei nonni, che si offrono di ospitarla. Ma nonostante il calore con cui la famiglia la accoglie, e nonostante il bisogno di non pensare troppo al suo cuore spezzato, abituarsi alla vita di campagna è più difficile del previsto. 

Tra la mancanza di comfort, la connessione internet ballerina e le estenuanti frecciatine di Noah, il ragazzo che aiuta i nonni nella gestione dei terreni e degli animali, la pazienza di Diana viene messa a dura prova. Riuscirà a concedere alla sua nuova vita – e a sé stessa – un’occasione per ritrovare la felicità perduta?

Sono diversi in tutto e si detestano… Ma allora perché non riescono a stare lontani?

RECENSIONE

Ciao a tutti! 

Ben rientrati dalle vacanze, che con questo tempo si stanno protraendo più del dovuto. Io ho approfittato del bel sole per andare qualche altra volta al mare e ovviamente, sotto l’ombrellone, non poteva mancare il mio kindle.

Ho letto in anteprima il libro Nove mesi per innamorarsi di Maia, edito da Newton compton che ringrazio per la copia.

Protagonisti di Nove mesi per innamorarsi sono Diana, una ipocondriaca wedding planner milanese.

Diana ha quasi trent’anni e lavora a Milano come wedding planner. E’ la personificazione dell’organizzazione. Ha un planner per tutto e due compagne di vita davvero sui generis: Angelica e Diabolica detta DD.

Passa il suo tempo organizzando matrimoni e facendo aperitivi con la sua migliore amica Silvia.

E’ stata lasciata da pochi giorni dal suo ragazzo. Per lei e per la sua autostima è stato un duro colpo, semplicemente perchè non faceva parte dei suoi piani. Lei aveva deciso che lui era l’uomo giusto, infatti aveva totalizzato parecchi punti nel suo test sull’uomo ideale e non si aspettava un tale epilogo.

Proprio il duro colpo ricevuto la porta a prendere una decisione che prima non aveva preso in considerazione: organizzare un matrimonio di una famosa influencer in un paesino di Benevento.

Si trasferirà da Milano a casa dei suoi nonni per il tempo necessario, proprio vicini alla location del matrimonio.

La sua entrata in scena nella casa dei nonni è abbastanza “insolita”. Ed è proprio in quell’occasione che incontra per la prima volta Noah.

«Problemi?», esordì lui, dato che io me ne stavo zitta a fissargli il petto muscoloso, il collo possente, la mascella squadrata e irruvidita da un sottile strato di barba, i ciuffi di capelli arricciati dall’acqua che ondeggiavano sulla sua fronte… «Una donna che sa stare zitta è più rara di un maiale con le ali».

Scrollai la testa per riprendermi. Mi chiesi se davvero le mie orecchie avessero percepito un commento tanto misogino. Insomma, sarà stato pure un gran bel marcantonio, ma io avevo un difetto di fabbricazione: dovevo sempre avere l’ultima parola.

«Troglodita maschilista che non sei altro», iniziai raddrizzando la cuffia. «Se proprio ci tieni a saperlo, il mio problema sei tu. È domenica mattina e nel caso in cui non te ne fossi reso conto, ti potrei consigliare un paio di app, tipo Google Calendar per ricordartelo. Mi hai svegliata con tutto il baccano che stai facendo con quel diavolo di martello e se io non riesco a dormire almeno sei ore e quarantacinque minuti tutte le notti, rimango irritabile per tutto il gior…».

«Che hai in testa? Un preservativo?», mi interruppe.

Irrigidii le labbra per trattenere gli insulti. Perché in fondo ero una signora. «Per tua informazione, questa è una maschera notturna per capelli. Si usa la cuffia per non sporcare la federa del cuscino. I miei capelli sono secchi e hanno bisogno di nutrimento costante per non cedere al loro nemico numero uno: il crespo».

<«<Sembri comunque un preservativo», replicò facendo spallucce.

<<E tu sembri un… un…».

“Gran figo?”, bisbigliò maliziosa DD. “Un dieci con la lode? Sexy, scopabile, il tipo del ‘mi ti spalmo addosso come Nutella sul pane’, o ‘leccami tutta come le dita dopo le Fonzies’, o…”.

«… Un gran maleducato, sai?»

<<Sono costernato dall’insulto, vossignoria», recitò sarcastico con la mano che teneva il martello portata sul petto.

I due non potrebbero essere più diversi. Lei tutta precisina, lui che bada più alla sostanza che alla forma. Infatti è l’aiutante nella fattoria del nonno di Diana.

Alla fine scoprono di conoscersi e di aver condiviso delle estati insieme a giocare quando erano bambini e lei scendeva giù al paese dai suoi nonni.

Quando si incontrano e ciò accade molto spesso, scoccano scintille. I due non se le mandano a dire e approfittano di ogni pretesto per discutere.

Durante la festa di paese si incontrano e lui la porta a vedere i fuochi d’artificio, prendendo prima dei panini.

Anche in quel caso hanno una discussione in quanto lei vorrebbe pagare e invece offre lui.

Insomma si punzecchiano per tutto.

 

<<Guarda che posso pagare da me», gli feci notare lungo la strada verso il bar. «Sono finiti i tempi degli uomini che devono offrire alle donne. Ora siamo emancipate anche sul piano economico».

«Qui si usa che chi invita paga, uomo o femmina che sia>>.

<<Donna, non femmina», lo corressi.

«Che differenza fa?»

«Che una femmina può essere una scrofa, una cagna o una giumenta. Io sono una femmina della specie umana e per tanto preferisco definirmi donna, visto che a te mi riferisco in qualità di uomo. O quantomeno, è ciò che sembri».

Quanto era soddisfacente puntualizzare su tutto. Peccato che dall’altra parte non ricevetti alcuna reazione, se non un laconico: «Come vuoi, ma io non cambio idea».

«Vorrà dire che la prossima volta sarò costretta a invitarti a bere qualcosa, così poi saremo pari.

Non mi piace avere dei debiti».

Il tempo passa e Diana riesce ad organizzarsi per lavorare dalla stalla, in quanto è lì l’unico punto in tutta la fattoria in cui prende internet.

Lui è maschilista e lei puntualizza su ogni cosa.

Durante uno dei loro battibecchi parlano anche dell’uomo ideale di Diana che è totalmente l’opposto di Noah.

 

«Quindi, non usciresti con me solo perché non possiedo un cellulare di nuova generazione e non mi lego al collo una cravatta come un guinzaglio per cani?».

Gli diedi un’occhiata da capo a piedi. «Diciamo che il mio ideale di uomo non usa le camicie a quadri, che andavano di moda solo finché Kurt Cobain si esibiva sul palco».

<«<Fammi indovinare il tuo ideale: uomo d’affari, tre O quattro lauree appese alla parete dell’ufficio, Il Sole 24 ore sottobraccio la mattina e amante del balletto classico?>>>

«Non esagerare, di lauree me ne faccio bastare anche solo un paio», scherzai. «In realtà, io cerco un uomo che abbia abbastanza cultura interessi da permetterci di parlare ad ampio spettro a proposito di diverse tematiche».

<<A letto con un uomo tu parli di surriscaldamento globale e della crisi in Medioriente?»

<«<Il sesso è altamente sopravvalutato nella nostra società».

Prima mi guardò come se avessi parlato in una lingua straniera, poi sembrò compatirmi.

«Ammazza, a te manca un vero uomo. O forse non ne hai mai incontrato uno. La finisci?», domandò indicando la mia bottiglia di birra, ancora a tre quarti perché troppo fredda per i miei gusti.

«Io ho già incontrato veri uomini, per tua informazion… ehi!». Non feci in tempo a trattenere la bottiglia che lui se ne era già appropriato per terminarla al mio posto.

 

Eppure, anche se lui è quanto più di lontanamente corrispondente all’uomo ideale di Diana, si insinua nei suoi pensieri.

Eppure, anche se lei è fastidiosa e petulante lui ne è irrimediabilmente attratto.

Cosa accadrà?

Tra mucche che partoriscono, ex che ritornano, salti dal dirupo e spose capricciose Noah e Diana ci raccontano la loro storia.

Cosa accadrà?

Chi sono Angelica e Diabolica detta anche DD? Diana riuscirà ad organizzare il matrimonio per la quale è stata assunta? Ci saranno degli imprevisti che la porteranno a rivalutare la sua vita?

Nonostante i pochi punti totalizzati da Noah nel suo test sarà lui il suo uomo?

Ho letto questo libro con crescente coinvolgimento man mano che le pagine si susseguivano. All’inizio ero un pò scettica sull’evolversi della storia ma l’autrice è stata in grado di stupirmi e tenermi incollata alle pagine.

La storia e i personaggi evolvono e ci sono un paio di chicche che rendono scorrevole e appassionante il romanzo.

Diana è un personaggio complicato, ma se nelle prime pagine l’ho trovata una ragazza superficiale mi sono dovuta ricredere.

Ho adorato Noah tranne quando faceva troppo il maschilista.

La storia è raccontata a pov alternati, anche se è prevalente il punto di vista di Diana. Anche i personaggi secondari sono ben caratterizzati e mi piacerebbe leggere qualcosa sulla sorella gemella di Noah in un prossimo futuro.

Se volete passare qualche ora nelle campagne con un aitante ragazzone e una wedding planner scombinata questa storia fa per voi.

Buona lettura

Terry.

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