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Recensione: Ogni maledetto martedì - Rhoma G.

Titolo: Ogni maledetto martedì 

Autrice: Rhoma G.

Casa Editrice: More stories

Genere: Sport Romance

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TRAMA

Per Amelia, ristoratrice di successo, è arrivato il momento di guardare in faccia la realtà: il suo matrimonio con l’ex stella del football americano Max McIntyre è giunto al capolinea. Il fatto che lei lo ami ancora e lui sostenga altrettanto è irrilevante. L’ostacolo fra loro questa volta è insormontabile, si chiama Candy ed è una sexy coniglietta.

Amelia, pur distrutta, decide subito di riprendere in mano la sua vita e lasciarsi il dolore alle spalle, Max, invece, non accetta la fine della loro relazione e tenterà in tutti i modi di riprendersi sua moglie. Tuttavia, certe ferite scavano in profondità, non guariscono mai, spesso restano sulla pelle come monito e a perenne memoria.

In una scintillante New York, dove nulla è come appare, due anime ancora legate dallo stesso destino proveranno a ritrovare se stesse e il sentimento che le ha unite.

RECENSIONE

Salve readers, oggi parliamo di un libro non proprio nuovo di Rhoma G.: Ogni maledetto martedì, edito dalla More Stories che ringrazio per la copia Arc.

Credo che ogni lettore che si rispetti vorrebbe poter sapere come andranno le cose tra i personaggi dopo la parola fine e che faccia i salti di gioia quando qualche autore decide di farci questo regalo. 

Questo è più o meno quello che avviene in questa storia, Rhoma G. ci mostra cosa accade fra Molly e Max dopo il loro per sempre felici e contenti, quando dovranno affrontare la vita uno accanto all’altro sostenendosi e difendendosi a vicenda.

In pratica Ogni maledetto martedì ci porta nelle vite dei nostri protagonisti dopo il loro supposto happy ending. La storia fra loro è nata in modo particolare, si sono sposati nel giro di poco tempo, ma anche se potrebbe sembrare una favola non è così, perché le insicurezze e le paure non sono passate dopo il sì, anzi, forse sono anche peggiorate.

Se devo essere sincera in questo romanzo ho parteggiato per il personaggio maschile, perché al di là dello sviluppo della storia e di chi avesse ragione o torto, ho trovato la caratterizzazione di Max più affine col mio gusto, mentre in più di un’occasione avrei preso a sberle Molly per i suoi comportamenti, a mio avviso, non sempre giustificabili.

Una stupida baruffa, questa era stata. Se almeno avessi saputo cosa l’aveva scatenata … Nella mia testa c’era il buio. Conoscevo la mia piccola arpia, ma per quanto fosse avvezza a saltare a conclusioni affrettate il motivo che aveva scatenato quella reazione doveva essere gravissimo a parer suo. 

E mi sarei giocato le palle che aveva a che fare con un’altra donna. Amelia era maestra del “buon viso a cattivo gioco”, tranne quando c’erano di mezzo altre esponenti del sesso femminile. Da donna matura e ragionevole si trasformava in potenziale serial killer. Nel nostro rapporto le incomprensioni erano tutte figlie della gelosia.

Max è un’ex stella del football americano, ma è anche un uomo solido, di quelli difficili da incontrare, soprattutto nel suo campo lavorativo dove tutti colgono ogni occasione possibile per divertirsi senza pensieri, lui sa cosa, anzi, chi vuole e farà di tutto per riprendersela.

Molly è una donna di successo, è bellissima, ma è fortemente insicura e basta poco per farle crollare il mondo sotto ai piedi, mettendo in discussione tutta la sua vita.

«Hai preso e te ne sei andata. Mi hai lasciato solo nella serata più importante della mia vita.»

 «Mi hai ferita, a morte» confessai, un ansito doloroso nella voce. Si prese del tempo per rispondere, la sua bocca era avida, le sue mani frenetiche. 

Tutto l’odio e il risentimento sembravano sfumati, sbiaditi, quasi evanescenti. Se avessi potuto mi sarei arrampicata su di lui, avrei scalato la montagna e piazzato la bandierina in cima. È mio! Ancora mio! Poi parlò e ogni cosa tornò al posto giusto.

«Ho ferito il tuo orgoglio, non te.»

La trama già fa capire parecchio, quindi se non faccio attenzione rischio di dirvi troppo; perciò, vi parlerò delle sensazioni che mi ha comunicato, delle emozioni che mi ha trasmesso leggerlo, di quanto l’insicurezza, il senso di inadeguatezza e la paura di aver commesso, non uno, ma bensì due gravi errori di valutazione, tormentino Molly e di come il suo stato d’animo trapeli dalle pagine abbandonando il kindle per depositarsi nel cuore di chi legge.

Affondai di nuovo nella neve fresca, lo shock fu quasi più intenso di poco prima. Tentai di liberarmi, scrollai le braccia, ficcai le unghie nella pelle del giaccone ma fu come contrastare la montagna che avrei voluto scalare solo qualche bacio prima. «Come osi? Brutto …» Mi afferrò i polsi e chiuse la mia bocca con la sua, di nuovo. Emisi un suono strozzato. Maledetto. 

«Oso perché sei mia moglie.» Scandì bene le parole, nel caso fosse per me complicato comprenderle. «Sei andata via perché sapevi che così mi avresti ferito.» Ancora mi punì, torturando il mio corpo e il mio cuore. Un’esplosione di brividi e rimpianti. Il blu dei suoi occhi era elettrico, dinamico, intenso, mi scavò dentro con una tale violenza da sentirmi oppressa. Aveva ragione.

 Vi racconterò quanto l’amore di Max sia tangibile, quanto il sarcasmo tra loro sia allo stesso tempo un’arma e un alleato, vi dirò che la paura di perdere l’amore della sua vita scorre non solo tra le pagine, ma anche nelle vene di chi come me permette a questo bellissimo romanzo di entrargli sottopelle e trasportarlo all’interno della storia per gioire e soffrire coi protagonisti.

Amelia aveva preparato la cena e se non fossi stato così arrabbiato avrei considerato quel gesto come uno scatto in avanti alla quarantesima. 

Lasciai perdere il gergo con cui si esaltano i giocatori di football perché, purtroppo, fingere che andasse tutto bene mi riusciva difficile. Amelia se ne accorse e fece un sacco di domande, ma io schivai le risposte come un marine evita il fuoco di fila. Non avevo idea di quale fosse stato il momento esatto in cui avevo capito di tenere sul serio al ranch. 

Magari era stato tornarvi per un avvenimento triste come un lutto, o forse guardarsi intorno e riconoscere come proprio DNA ogni zolla di terra. Il giorno in cui mi sarei stufato del football mi sarei ritirato in quel lembo di Texas e avrei trascorso le giornate a mungere vacche e riparare staccionate. 

Amavo l’odore del fieno appena tagliato e sporcarmi le mani non mi aveva mai fatto paura, come del resto il duro lavoro. Adesso che Marta non c’era più e l’ultima delle mie radici era stata tagliata, le solide mura della fattoria erano tutto quel che restava delle mie origini. Quella sera dormii sul divano, Amelia nella nostra camera.

In Ogni maledetto martedì i personaggi secondari sono divertenti, solari e utili al fine della storia, non fanno solo da riempitivo, hanno un loro scopo e generano nel lettore molta empatia. Detto questo credo che non mi rimanga che invitarvi a leggerlo, buona lettura, Jenny.

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